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Ravenna, gli autori dello stupro della 18enne subito libero: ma quale giustizia?

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Andrea Tempestini
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Sembrava tutto chiaro, documentato, vista la presenza delle immagini. Invece le riprese fatte con il telefonino dai uno dei due presunti stupratori non sono bastate a convincere i giudici. E così sono tornati in libertà i due giovani arrestati con l'accusa di aver stuprato, la notte fra il 5 e il 6 ottobre a Ravenna, una ragazza di 18 anni ubriaca. L'episodio era stato filmato con un cellulare da uno dei due e proprio i video, acquisiti dalla polizia ravennate, erano serviti a sostenere le accuse che avevano portato all'arresto, avvenuto alcuni giorni dopo. Il Tribunale della libertà di Bologna, però, ha annullato le ordinanze di custodia cautelare disponendone «l'immediata scarcerazione», anche se le motivazioni non sono ancora state depositate. I due, un 26enne romeno e un 27enne senegalese, erano stati arrestati con la gravissima accusa di violenza sessuale di gruppo. Il primo con l'accusa di avere stuprato la ragazza, il secondo per avere filmato il rapporto con il cellulare. Secondo la Procura ravennate i due, dopo aver agganciato la ragazza in un locale della città romagnola, l'avevano portata fuori a spalla. La giovane aveva bevuto 4-5 bicchieri di vino e altri tre drink alcolici. L'avevano accompagnata in un appartamento del centro dove, dopo averle fatto una doccia fredda, il 26enne aveva avuto un rapporto sessuale con lei e il 27enne aveva filmato. La polizia aveva acquisito tre video, in seguito alla denuncia scattata dopo che la ragazza si era presentata in ospedale. Nell'udienza di fronte ai tre giudici bolognesi (presidente Rocco Criscuolo, a latere Alberto Albiani e Rossana Maria Oggioni), i difensori dei due giovani, gli avvocati Carlo Benini e Raffaella Salsano, hanno ribadito quanto sostenuto dai loro assistiti: la giovane sarebbe stata consenziente perché dopo doccia e caffè, si era ripresa. E non sarebbe stata, secondo quanto raccontano i due giovani, così ubriaca da subire il rapporto sessuale. Nell'ordinanza con cui il gip di Ravenna aveva disposto il carcere per i due accusati si citavano i video come elementi fortemente indiziari. Nella ripresa si vede la ragazza sdraiata e rannicchiata nel piatto doccia, con solo la biancheria intima addosso, mentre il romeno, che poi l'avrebbe stuprata, le getta acqua addosso con un tubo flessibile. C'è anche una voce di donna che dice «poverina», e lo straniero che risponde che anche lui usa fare così quando è ubriaco. La scena successiva è sul divano, dove, osservava sempre il gip, la vittima appare inconsapevole di essere filmata, mentre il romeno «a più riprese si voltava compiaciuto e sorridente» verso la registrazione. E ora non resta che leggere attentamente le motivazioni della sentenza. Che lascia più di un dubbio. (E.PA.)

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