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Papa Francesco, terremoto in Vaticano: pedofilia, la lettera sul caso Barros che inchioda il Pontefice

Andrea Tempestini
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Un nuovo terremoto in Vaticano. Un nuovo grosso guaio per Papa Francesco. Si parla ancora di pedofilia e del caso relativo a Juan Barros, il sacerdote cileno accusato di aver "coperto" gli abusi del suo mentore, padre Fernando Karadima. Un caso sul quale, dopo le polemiche in seguito parole pronunciate nel viaggio in Sudamerica, il Papa ha avviato un'indagine serrata, spedendo Charles Scicluna in Cile per indagare su eventuali responsabilità. Ma ora, come riporta La Stampa, emerge che con ogni probabilità già nel 2015 Francesco aveva ricevuto una segnalazione scritta contro l'attuale vescovo di Osorno. Leggi anche: "Presto la rivolta": la profezia che inquieta il Papa Una notizia bomba, rilanciata inizialmente dall'Associated Press: successivamente, online, è stato pubblicato l'intero testo della lettera, firmata da Juan Carlos Cruz, una delle presunte vittime. Se la missiva era arrivata a destinazione, dunque, il Papa sapeva già da anni di quelle denunce. La missiva, per inciso, fu affidata per la consegna al cardinale Sean O'Malley, il quale, riferisce Marie Collins, ex vittima di abusi, "ci ha assicurato che la avrebbe consegnata a Francesco. In un secondo momento ci ha assicurato che era stato fatto". Roba pesantissima, dunque: il Papa avrebbe chiuso un occhio. E alla luce di queste rivelazioni si comprende anche il recente e durissimo attacco di O'Malley contro il Papa, proprio sulla vicenda di pedofilia in Cile. Nella lettera, datata 3 marzo 2015, Cruz scriveva: "Santo Padre, una cosa è il tremendo dolore per l'abuso tanto sessuale quanto psicologico al quale siamo stati sottoposti, forse però è persino peggiore il terribile maltrattamento che abbiamo ricevuto dai nostri pastori".

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