Ponte Morandi: ancora nessun indagato, ma 10 persone sapevano della gravità della situazione
Nessun indagato, ancora. Ma dieci nomi, di persone che sapevano della gravità delle condizioni del ponte Morandi e dell'importanza degli interventi che si sarebbero dovuti realizzare a settembre presso le pile 9 (quella crollata) e 10 del ponte Morandi. C'è in quella lista, scrive Il Fatto Quotidiano, il nome di Vincenzo Cinelli, responsabile della Direzione generale di vigilanza sulle concessioni autostradali del ministero delle Infratrutture e Trasporti, che dà l'ok definitivo al progetto. Il progetto parte dall'Ufficio manutenzione e interventi diretto da Michele Donferri, che deve averlo necessariamente condiviso con il capo del tronco di Genova Stefano Marigliani. Il progetto ha costi importanti, che necessitano dell'intervento del cda di Autostrade, da cui l'interessamento dei vertici a partire dall'ad Giovanni Castellucci, dal presidente Fabio Cerchiai e da Paolo Berti, direttore centrale delle operazioni. Ovviamente i costi vanno valutati e per questo, riporta sempre Il Fatto, viene coinvolto Amedeo Gagliardi, direttore legale. La stesura del progetto viene poi affidata alla controllata di Autostrade, Spea Endineering, e in particolare al responsabile per il progetto Massimiliano Giacobbi. Viene quindi pubblicato il bando di gara e responsabile unico del procedimento è Paolo Strazzullo di Autostrade. Lo scorso febbraio il progetto dell'intervento viene analizzato dal comitato tecnico del provveditorato e il presidente Roberto Ferrazza lo licenzia a marzo con alcune critiche. Così, si ritorna al ministero e al dottor Cinelli, firmatario dell'atto finale. Leggi anche: Luigi Di Maio, la vendetta contro gli ex ministri per Autostrade: come li vuole rovinare