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Imane Fadil, l'esperto e l'agghiacciante verità sull'avvelenamento: "Il delitto perfetto"

Giulio Bucchi
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Se Imane Fadil è stata uccisa per avvelenamento con sostanze radioattive, "siamo molto vicini al delitto perfetto". L'analisi, inquietante, è di Angelo Del Sole, professore di Diagnostica per immagini all'Università Statale di Milano e direttore della Struttura complessa di Medicina nucleare dell'ospedale San Paolo. Intervistato dall'agenzia AdnKronos Salute, il professor Del Sole spiega come non esista "un marker in grado di indicare con assoluta certezza che la causa di un decesso è stata la radiazione". Leggi anche: Il cobalto ionizzato nel corpo di Imane Fadil. La prova decisiva: uccisa? È quindi probabile che "l'autopsia riesca ad accertare la condizione patologica che ha portato alla morte, ma non a identificare con esattezza l'agente che l'ha provocata". Se davvero si è utilizzata questa tecnica di avvelenamento, è assai plausibile che chi lo ha fatto sia qualcuno di molto competente sull'argomento - è il ragionamento - e che di conseguenza avrà scelto anche la sostanza o le sostanze radioattive a emivita più breve, ossia meno facilmente rilevabili a distanza di tempo". In caso di avvelenamento, "la radioattività viene inserita per via iniettiva (cosa che esige tuttavia uno stato di incoscienza della vittima) o più facilmente per via aero-digestiva, tipicamente attraverso una bevanda". Per di più, tra i metalli trovati nel corpo della ragazza "l'unico di possibile utilizzo medico è il molibdeno che è usato in Diagnostica". 

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