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Mimmo Lucano, vergogna italiana. L'amico giudice pro-migranti che lo ha aiutato durante le indagini

Gino Coala
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L'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ha potuto godere dell'aiuto prezioso di un amico magistrato durante le indagini che hanno portato poi i giudici di Locri a rinviarlo a giudizio, assieme ad altre 26 persone, per associazione a delinquere, truffa, corruzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Leggi anche: Lucano, la sfida dell'ex sindaco di Riace a Salvini: si ricandida nel suo comune Il magistrato Emilio Sirianni, in servizio alla Corte d'appello di Catanzaro, come riporta il Giornale, è stato più volte intercettato dalla Guardia di finanza mentre parla con Lucano e gli manda messaggi ed email anche sull'indagine in corso. Su Sirianni è stato aperto un fascicolo esplorativo, ma davanti alla mole sempre più importanti di elementi, i colleghi magistrati lo hanno iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento. Il Gip ha poi disposto l'archiviazione per Sirianni, ma con una postilla: "Il congegno mantenuto - scrivono di Sirianni - è stato poco consono a una persona appartenente all'ordinamento giudiziario, la quale peraltro era consapevole di parlare con persona indagata". I magistrati hanno poi ricordato che "in svariate occasioni il dottor Sirianni ha allertato il Lucano a parlare di persona con lui evitando comunicazioni telefoniche". Nell'atto conclusivo delle indagini, il procuratore di Locri, Luigi D'Alessio, definisce Sirianni un "permanente consiliori" e riporta i frequenti contatti tra Sirianni e Lucano. È lui infatti a suggerire all'ex sindaco di Riace come rispondere alla prefettura di Reggio Calabria, che aveva chiesto delucidazioni sulla gestione dei progetti di accoglienza degli immigrati.

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