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Carabiniere ucciso a Roma, cosa ancora non torna. Droga, misteri: cosa c'era nel borsello?

Maria Pezzi
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 C'è qualcosa che non torna nell'omicidio del carabiniere Mario Cerciello. Due americani hanno confessato l'omicidio. Sono due studenti che soggiornavano in un hotel di lusso a Roma. Dunque c'è qualcosa che non torna. Perché i pusher si sono rivolti all'Arma? Cosa c'era davvero nel borsello rubato? Perché dannarsi tanto per cento euro, quando sei ricco e viziato? Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due americani avrebbero rubato il borsello perché appartenente a uno spacciatore che aveva venduto loro aspirina invece di droga. Quando il pusher ha contattato i due americani, sul telefono cellulare contenuto nel borsello, per riavere il maltolto, i due hanno preteso il denaro. A quel punto il pusher si è rivolto ai carabinieri facendo partire l'operazione nella quale è morto il vice brigadiere. Per approfondire leggi anche: Carabiniere ucciso, la confessione dell'americano Erano in cerca di droga a Trastevere ma la sostanza acquistata era semplice aspirina: perciò hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi. Questa la dinamica della vicenda che ha portato all'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti: dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare. L'uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa. A questo punto, all'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Li' hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate risultate poi fatali. Anche il Corriere della sera si interroga sui punti oscuri.  Possibile che un pusher si rivolga alle forze dell' ordine? Questo alimenta anche la confusione sul coinvolgimento nella vicenda di una banda di spacciatori magrebini in uno scenario invertito. Si diffonde la voce che il borsello derubato contenga droga e soldi oltre al cellulare sul quale i due autori del furto sarebbero stati rintracciati e minacciati dagli stessi pusher così da convincersi ad accettare l'incontro per la restituzione.  

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