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Carabiniere ucciso a Roma, trovata l'arma del delitto: era nella stanza degli degli americani

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Maria Pezzi
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Sono Elder Lee e Natale Hjorth i due 19enni, cittadini americani, fermati per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. A entrambi vengono contestati i reati di omicidio e tentata estorsione. Trovato il coltello nella stanza d'albergo, con grande ritardo rispetto al fermo. Resta un dubbio: come mai è saltata fuori solo ora? Oppure la notizia era stata tenuta "coperta"? Tant'è, la visione delle immagini di video sorveglianza e gli interrogatori hanno consentito agli inquirenti del nucleo investigativo capitolino di individuare i responsabili in un albergo romano, pronti per lasciare il territorio nazionale. I due sono stati fermati nella stanza dell'hotel Meridien Visconti in cui alloggiavano, a poche decine di metri dal luogo in cui è avvenuta l'aggressione, in piazza Cavour. Nella loro stanza è stato trovato il coltello con cui Lee, reo confesso, ha colpito otto volte il vicebrigadiere. Mentre era stato nascosto in una fioriera esterna, vicina all'hotel, il borsello rubato allo spacciatore.  Da quanto emerge dal decreto di fermo di tre pagine nel quale si ripercorre la vicenda Elder Finnegan Lee sarebbe l'esecutore materiale del delitto. I due 19enni "di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato i loro addebiti", precisa una nota dell'Arma dei Carabinieri. "Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato", così avrebbe motivato il suo gesto Lee, raccontando agli inquirenti quanto avvenuto. Per approfondire leggi anche: Carabiniere ucciso a Roma, cosa non torna Nel corso della perquisizione della camera d'hotel, occupata dai due fermati, è stata trovata e sequestrata l'arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati durante il reato. Poco prima dell'omicidio, i due giovani statunitensi avevano sottratto uno zaino ad un cittadino italiano, minacciandolo, nel corso di una telefonata, di non restituirglielo se non dietro la corresponsione di 100 euro ed 1 grammo di cocaina. Successivamente, i carabinieri, contattati dalla vittima che aveva denunciato l'accaduto, si sono presentati all'appuntamento per bloccare i malfattori, i quali, nonostante i militari si fossero qualificati come appartenenti all'Arma non hanno esitato ad ingaggiare una colluttazione, culminata nel ferimento mortale del Vice brigadiere. I fermati sono stati portati nel carcere di Roma Regina Coeli a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

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