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Carabiniere ucciso a Roma, scena muta di Elder Lee davanti al gip: l'avvocato la spiega così

Davide Locano
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"Il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, è un ragazzo di 19 anni molto provato dalla situazione. Per rispetto del militare è meglio stare in silenzio". Queste le parole scelte dall'avvocato di Elder Lee, il giovane americano che ha confessato di aver ammazzato a coltellate il carabiniere Mario Cerciello Rega, per spiegare il silenzio del suo assistito davanti al gip. "Molto provato", insomma, dopo aver spezzato la vita del nostro militare per futili motivi. Per ora, soltanto silenzio da parte dei due americani: anche Natale Hjorth, infatti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il tutto mentre la vicenda presenta ancora dei punti oscuri, non tanto relativi alla dinamica quanto alle motivazioni: in primis ci si continua a chiedere se chi ha chiamato i carabinieri fosse davvero lo spacciatore, o qualcun altro, magari chi gli procacciava i clienti. Ma tant'è, si apprende poi che il gip di Roma, Chiara Gallo, si è riservato di decidere in merito alla convalida del fermo di Lee e Hjorth. I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato e tentata estorsione. Leggi anche: Carabiniere ucciso, il "balletto" degli americani sull'arma del delitto

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