Coronavirus, gli infetti giravano senza controlli in Italia: la verità sulle misure agli aeroporti
«Non c' è alcun motivo per creare panico e allarme sociale», diceva l' altra sera Giuseppe Conte durante la conferenza stampa straordinaria nella quale annunciava la presenza a Roma di due cinesi contagiati dal coronavirus. Certo, però com' è possibile che il 23 gennaio due signori, di 67 e 66 anni della provincia di Wuhan, epicentro della nuova Sars, siano potuti atterrare a Malpensa e girare l' Italia fino a star male all' hotel Palatino di via Cavour mercoledì a Roma? Sette giorni liberi e indisturbati poiché allo scalo lombardo nessuno ha deciso di spedire in quarantena la coppia infetta. Pier Paolo Sileri, medico grillino e viceministro alla Salute, ha specificato che agli asiatici giunti a Malpensa veniva solo consegnata «una carta allo sbarco, nella quale veniva chiesto loro dove sarebbero andati, una traccia. Ora verrà ripercorso a ritroso il percorso che hanno fatto e si capirà dove sono stati». Insomma, ai turisti era richiesto di far conoscere il loro itinerario e non dove avessero trascorso le loro ultime settimane prima di arrivare in Italia. Incredibile. Eppure, ripercorrendo a ritroso gli allarmi sulla polmonite contagiosa, si può notare come non siano poche le falle nei controlli. Torniamo indietro di 10 giorni. 21 GENNAIO Il ministero della Salute decide di controllare i voli provenienti da Wuhan che terminano a Fiumicino, ricordando che i collegamenti diretti tra la nostra Capitale e la "città proibita" sono tre a settimana. Come previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale, presso l' aeroporto romano è in vigore una procedura sanitaria - fa sapere il dicastero di Roberto Speranza - per verificare l' eventuale presenza a bordo degli aeromobili provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all' Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. «La probabilità di introduzione del virus nell' Unione Europea - sottolinea il ministero - è considerata bassa, anche se non può essere esclusa. In Italia è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (SARI) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS). La situazione è costantemente monitorata dal Ministero, che è in continuo contatto con l' OMS e l' ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), e pubblica tempestivamente ogni nuovo aggiornamento sul suo Portale». Lo stesso giorno però Roberto Burioni, virologo, è perplesso: «Leggo sui giornali che le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d' accordo con loro, ma spero vivamente di sbagliarmi. Io consiglierei al ministro della Salute una grandissima attenzione agli aeroporti». Anche il capo del dipartimento di Epidemiologia dell' Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, è preoccupato: «Avendo ormai appurato che il virus si trasmette da uomo a uomo e osservando questo aumento dei casi in Cina con l' allargamento del focolaio rispetto al mercato di Wuhan da cui sembra essere nato tutto, aumentano le probabilità che arrivi una persona infetta nell' Unione europea. È statistico». Leggi anche: Coronavirus, in Cina il contagio si aggrava. Il premier all'Ue: "Favorite approvvigionamento di farmaci E il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ritocca al rialzo la classificazione del rischio che il virus sbarchi nel Vecchio Continente, portandolo da «basso» a «moderato. La trasmissione da uomo a uomo - si legge nel report del Centro di quel giorno - «è stata confermata». Intanto a Malpensa, la Sea - ovvero la società che gestisce l' aeroporto lombardo - fa sapere che «al momento ci è stata richiesta solo la lista dei voli provenienti dalla Cina e di esporre cartelli» informativi sulla patologia, rivolti ai viaggiatori diretti a Wuhan o di ritorno dalla località, precisando comunque che la direzione sanitaria di Malpensa non dipende dai gestori aeroportuali, ma dal ministero della Salute che in questi casi dà disposizioni sulle misure da adottare». 22 GENNAIO Nella città cinese, Wuhan, epicentro del virus, scatta il completo coprifuoco. È impossibile prendere mezzi pubblici o uscire per strada. 23 GENNAIO Arriva a Fiumicino un volo diretto da Wuhan. E il ministero della Salute fa sapere che è scattata l' attivazione di un canale sanitario con controllo della temperatura attraverso scanner. È prevista anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri, una volta sbarcati. Inoltre si ricorda come in Italia sia attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus (2019-nCoV). La situazione è monitorata dal ministero della Salute che è in contatto continuo con le autorità sanitarie internazionali. Al momento OMS ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritengono la probabilità di introduzione del virus nell' Unione Europea moderata. Quel giorno invece a Malpensa sbarcano anche i due signori dalla provincia di Wuhan, insieme ad altre 20 persone. Nessuno li monitora. Infatti i controlli sanitari, come disposto dal Ministero della Salute, sono scattati nello scalo varesino solo domenica 26 gennaio. Dunque, tre giorni dopo. Infatti da quasi una settimana le dotazioni di personale medico e infermieristico sono state intensificate. L' allarmismo è inutile e dannoso, tuttavia senza la sicurezza dei controlli cresce la strizza fra la gente. E le responsabilità del governo sono evidenti. Chiudere il traffico aereo con la Cina quando i malati sono già entrati non è rassicurante. Il premier ci chiede di «condurre vite normali». Giusto, però qualcuno poteva svegliarsi prima. di Giuliano Zulin