Crisi, s'impicca imprenditore
Temeva di non riaprire
Ancora un suicidio di un imprenditore a causa dellacrisi. Commesse che calano, banche che stringono i cordoni della borsa,dipendenti da licenziare. Un mix che un imprenditore tessile di 48 anni non haretto. Ieri si è impiccato nel capannone della sua azienda a Montemurlo, inprovincia di Prato. Era stato messo in ginocchio dalla crisi e temeva di nonriaprire a settembre. L'uomo, titolare della Green Fil, lascia cinque figlietra gli 11 e i 20 anni. A trovare il corpo che pendeva dal soffitto è stata lamoglie. I precedenti- Da ottobre allaprimavera erano già stati tre i casi di imprenditori che si erano tolti la vitaa causa della crisi. Un dirigented'azienda di 43 anni di Villorba, in provincia di Treviso si è gettatosotto un treno in viaggio sulla linea Venezia-Bassano del Grappa, a Castello diGodego, poco prima di essere obbligato ad annunciare la cassa integrazione. Walter Ongaro, 58 anni, titolare di unafalegnameria a Lutrano un paese non lontano da Treviso si è impiccato in uncapannone della ditta. Era ossessionato dall'idea che la crisi che avevacolpito il settore, lo costringesse a dover lasciare a casa alcuni dei suoiotto dipendenti. Da gennaio gli ordini erano diminuiti e Walter aveva perso ilsonno e l'angoscia di non avere alternative ai licenziamenti, lo ha spinto alsuicidio. La depressione per la crisi economica aveva gettato nel baratro ancheun altro imprenditore padovano di 60 anni morto il 13 ottobre scorso con uncolpo di pistola al petto. CorradoOssana era preoccupato che qualcuno, con cui aveva contratto debiti,potesse far del male ai suoi figli. Vedovo da tempo, iscritto all'albo deigeometri, era riuscito a costruire un'attività affermata. Ma la crisi di questimesi aveva peggiorato i suoi affari e dopo una domenica pomeriggio trascorsachino sui conti che non riusciva più a far quadrare, ha puntato la canna dellasua Smith&Wesson calibro 40 contro il cuore, e ha fatto fuoco.