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Le suore pregano

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per la tv peccatrice

Silvia Tironi
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Non guardano la tv, né tantomenoascoltano la radio. Ma sono chiamate a compiere una missione per due deiprincipali mezzi di informazione. Sono le suore clarisse che, in occasionedella festa di Santa Chiara, patrona della tv, rivolgeranno le loro preghiereal piccolo schermo peccatore. L'iniziativa è stata promossa dal Club SantaChiara 450 operatori televisivi associati. A quella che Karl Popper chiamava“cattiva maestra televisione” le clarisse rivolgerannooggi parte della loro preghierauniversale. che, a tappe diverse, scandirà l'intera giornata, intrecciando piùvalori per le clarisse. Oggi, infatti, ricorre la festività di Santa Chiara,fondatrice dell'ordine e patrona della televisione. Scopo delle preghiererivolte a Santa Chiara è che la santa interceda affinché la tv diventi miglioree impari a educare. “Le persone che incontriamo ogni giorno - racconta alGiornale del Friuli suor Maria Veronica,che vive nel monastero di Moggi, di cui dal 2002 è badessa - si lamentano dellaviolenza e del decadimento morale della televisione, dei personaggi scadentiche vengono proposti ai ragazzi e ai bambini, dei messaggi impregnati di sessoe droga. Messaggi che non sono positivi per persone in fase di crescita. Perquesto pregheremo, perché la comunicazione in tv sia migliore”. Anche a Attimis,il secondo monastero friulano, le religiose sono aperte alla comunità. Tanto daaver distribuito un invito per partecipare alla celebrazione del pomeriggio. “Ognigiorno – spiega madre Anna Chiara, badessaa Attimis dal 2002 – riceviamo persone che chiedono di poter pregare, di essereascoltate, di ricevere consigli. Molti sono insoddisfatti della tv diseducativache regna nella società. Anche per questo pregheremo, perch la tv possaeducare. E lo faremo anche insieme alle molte persone che parteciperanno allamessa del pomeriggio”. “L'obiettivodi questa preghiera collettiva, che ormai sembra assumere i connotati di unavera e propria supplica, è quello di rendere registi, attori, produttori equanti lavorano nel settore più consapevoli del ruolo educativo che ricoprono”, dice il presidente del Club SantaChiara Marco Palmisano.

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