Il PdL non manda giù la pillola
Gasparri: indagini sulla Ru486
L'indagine conoscitiva sugli effetti della pillola abortiva Ru 486 si farà. In commissione Sanità del Senato sentiremo tecnici ed esperti, in modo da farsi un'idea sugli effetti della pillola e poi per capire se rispetta quanto prevede la legge 194 sull'aborto». Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL, pur essendo consapevole delle polemiche che questa decisione finirà con l'innescare, a partire dai rapporti con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha già bollato l'idea come «originale», sostenendo che «non spetta al Parlamento pronunciarsi sull'efficacia di un farmaco», tira dritto. Anzi, nella consapevolezza che è proprio questo il compito di un parlamentare, «e non quello di gingillarsi con aliquote Iva e robe simili», vuole accelerare i tempi. Presidente, con questa indagine conoscitiva sulla pillola abortiva cosa spera di ottenere? «Un quadro, il più chiaro possibile, sugli effetti della pillola e se questa è in contrasto con quanto prevede la legge 194. È un po' come voler capire se un nuovo veicolo immesso sul mercato rispetta o no il codice della strada». E se dall'indagine dovesse emergere un quadro negativo cosa farete? «Cercheremo di far leva sulla legge 194, chiedendone la rigorosa applicazione. Già questo sarebbe un gran bel risultato. A tutt'oggi, una parte di quel provvedimento legislativo, non viene attuato». Ma c'è una stretta correlazione fra la legge sull'aborto e la pillola? «No, non c'è. Il problema vero è che attorno a questo prodotto c'è stato un eccesso di banalizzazione. Sostenere che la Ru 486 è un farmaco, vuol dire che la vita è una malattia. Il nodo della questione è capire come verrà assunta la pillola, se sotto controllo medico o no. Se uno la prende in ospedale, firma e se ne va a casa, chi controlla la paziente? Sono dubbi legittimi, mi sembra». D'accordo, ma questo ragionamento ci rimanda alla 194... «È vero, ma noi non vogliamo fare la guerra alla legge sull'aborto, sia chiaro, vogliamo solo che tutto avvenga nel rispetto delle regole, salvaguardando la salute delle donne. Altro è dire: cambiamo la legge tout court». A indagine conclusa, quindi, è possibile che qualcuno della commissione decida di modificare quella legge, laddove non offre tutele rispetto alla pillola abortiva... «Nessuna legge è immodificabile, si può cambiare la Gasparri, la Costituzione, ognuno è libero di presentare le proposte che vuole. Altra cosa, poi, è avere la maggioranza in Parlamento. Ma la modifica della 194 non è, e vorrei che fosse chiaro a tutti, il nostro obiettivo». Imboccando questa strada, finisce con lo scontrarsi frontalmente con il presidente della Camera, Fini. Insomma si crea un bel problema politico.... «Ognuno è libero di avere le sue opinioni, dunque è un problema che non mi pongo». Insomma, un' ulteriore frattura con Fini non la preoccupa? «E di che dovrei preoccuparmi? No, non c'è materia su cui ragionare». Sicuro? «Guardi, già nel 2006 la commissione Sanità della Camera, in questi giorni sono andato personalmente a documentarmi, ha svolto una indagine conoscitiva sulla pillola abortiva. Allora eravamo in fase di sperimentazione. Oggi che siamo nella fase di introduzione del prodotto in commercio, mi sembra legittimo volerne sapere di più». Quanti sono disposti a seguirla su questa strada? «Al Senato tutto il gruppo, alla Camera vedremo. Ma nemmeno questo è il punto». E il problema qual è? «Svolgere il proprio mandato nella consapevolezza che, troppo spesso, ci perdiamo in discussioni sterili e fini a se stesse». Enrico Paoli su Libero