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Immigrati, clandestino con precedenti penali non può essere espulso perché malato di epatite

di Caterina Spinelli domenica 23 settembre 2018

2' di lettura

Doveva essere espulso il georgiano di 35 anni irregolare e con alle spalle diversi precedenti penali. Peccato però che il decreto di espulsione, firmato dalla Questura e dalla Prefettura di Reggio Emilia, fosse carta straccia per il giudice di Pace, Silvia Tanzi. La donna, infatti, ha accolto il ricorso di Ernesto D’Andrea, avvocato del clandestino: il suo assistito, infatti, con trascorsi di tossicodipendenza alle spalle, è stato colpito da epatite C, malattia a causa della quale si trova in cura presso l’Ausl di Reggio Emilia. La Tanzi ha ompugnato la sentenza 252 della Corte Costituzionale che definisce la salute "un diritto strettamente inerente alla persona umana che compete a tutti, anche agli stranieri qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso e il soggiorno nello Stato".  Leggi anche: Bagno di folla per Matteo Salvini, ospite a Domenica Live Prefettura e Questura hanno tentato di opporsi alla richiesta di annullamento del decreto di espulsione, presentando un ricorso correlato di dettagli: "Le sue condizioni non gli impediscono di commettere reati. Inoltre, la patologia di cui è sofferente non è considerata ostativa a un rimpatrio presso il paese d'origine in quanto la Georgia è un paese avanzato dal punto di vista medico". Dello stesso parere anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "E la chiamano giustizia. Bisogna cambiare tutto" ha commentato su Twitter, per poi proseguire il dibattito durante la puntata di Domenica Live: "Se questo tizio compie un'altra rapina e qualcuno ci andrà di mezzo, lo avrà sulla coscienza non io, ne altri, ma qualcuno che troppo spesso tiene i delinquenti in questo Paese. Delinquenti che invece dovrebbero tornare in casa loro".

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