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"Nella lotta al bullismo è necessario promuovere un nuovo modello educativo"

di lucio lucianelli domenica 20 maggio 2018

4' di lettura

NAPOLI - “Nella lotta al bullismo ognuno deve fare la sua parte: i ragazzi hanno l’obbligo di denunciare gli atti di violenza a cui assistono,  i genitori devono esercitare una maggiore presenza e vigilanza sui minori e le istituzioni hanno il preciso compito di collaborare con scuole e famiglie per promuovere progetti integrati che possano produrre un’inversione  di tendenza. E’ necessario fare emergere un nuovo modello di sviluppo educativo”. Lo ha detto Maria Luisa Iavarone, presidente associazione “Artur”, che ha catturato l’attenzione dei giovani studenti dell’Istituto Comprensivo Statale “72° Palasciano” di Pianura mostrando le drammatiche immagini dell’aggressione subita dal figlio Arturo con i dettagli delle venti coltellate ricevute dai componenti della baby gang responsabile dell’agguato, in occasione della seconda tappa di @scuolasenzabulli prevenzione per combattere il cyberbullismo promossa dal Comitato Regionale per le Comunicazioni della Campania. “Bisogna arginare tutti i  comportamenti discriminatori che poi  diventano tristemente fatti di cronaca. Questo risultato - ha evidenziato Domenico Falco, presidente del Corecom Campania - può essere raggiunto solo attraverso l’istruzione perché dove c’è cultura non ci può essere bullismo.  Il Corecom Campania ha deciso essere al fianco delle scuole per combattere il bullismo per far comprendere ai nostri ragazzi l’ importanza della libertà di espressione e il valore della diversità”. Maria Luisa Salvia, dirigente scolastica dell’Istituto “Palasciano” ha rivelato di essere una testimonial di chi ha subito atti di bullismo: “Quando ero piccola  - ha raccontato - venivo bersagliata dai miei compagni di classe e ancora oggi i segni rimangono. Sono come cicatrici che non si cancellano mai. Da dirigente scolastica spiego ai miei alunni una cosa molto semplice; ci si diverte quando si ride in due. Se uno ride e l’altro piange non ci si sta divertendo ma si sta facendo del male a una persona”. “Ai ragazzi dobbiamo fornire le linee guida comportamentali - ha osservato Carmine De Pascale, Capogruppo della lista “De Luca Presidente” in Consiglio Regionale della Campania e promotore Legge Regionale sul cyberbullismo – aiutandoli ad analizzare il fenomeno nella sua globalità ed agire concretamente per non essere vittime o spettatori passivi , solo così possiamo debellare il bullismo molto diffuso non solo in Campania ma in tutta la civiltà occidentale”. Internet rappresenta una risorsa informativa importante in grado di assicurare connessioni in tempo reale in tutto il mondo – ha sottolineato Marco Iannelli, capo della segreteria del direttore per il Servizio Ispettivo, Registro e Corecom dell’Agcom - ma è anche un mondo virtuale che nasconde insidie e di rischi molto pericolosi. Il nostro appello ai giovani è di utilizzare il web con maggiore consapevolezza rispettando le regole primarie e fondamentali”. Ludovica Carpino, portavoce del Questore di Napoli, ha illustrato agli studenti la nuova ‘app’ della Polizia di Stato: “questo nuovo strumento informatico, scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet, consente di segnalare in tempo reale episodi di bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti rimanendo del tutto anonimi. È possibile inviare sms con video e foto allegate, diventando le ‘sentinelle del territorio’. La segnalazione giunge ad una consolle dedicata della sala operativa che predispone l’intervento immediato sul posto di una volante”. “Le forze dell’ordine collaborano quotidianamente con le istituzioni per assicurare la presenza nelle scuole. Cerchiamo di spiegare agli studenti quali sono i rischi che si corrono navigando in rete - ha aggiunto Gianluca Galiotta, comandante della Compagnia di Bagnoli dei Carabinieri - e quali sono i problemi seri a cui possono andare incontro quando si scatenano dinamiche di gruppo difficili da gestire che talvolta provocano eventi che possono compromettere il loro futuro in modo drammatico”. "Con la nostra presenza nelle scuole – ha rimarcato Dario Smecca, vice comandante 1° Gruppo Napoli Guardia di Finanza vogliamo testimoniare la vicinanza a voi ragazzi e alle vostre famiglie. Un supporto che intendiamo offrire nell'interesse comune di vedere le forze dell'ordine come un approdo sicuro su cui contare quando si è vittime o testimoni di episodi di violenza o di bullismo"  “Ritengo queste iniziative di assoluta importanza - ha sostenuto Lorenzo Giannalavigna, presidente della IX Municipalità - per combattere un fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti. Discuterne è il primo passo. Noi dobbiamo avere un ruolo attivo, a partire dalla nostra presenza vicino alle scuole, per trovare la soluzione a un problema di sistema che non può essere risolto solo con la logica repressiva, ma soprattutto con azioni educative e valoriali”. “Il primo aiuto efficace può arrivare dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni - ha ribadito Marco Lanzaro, assessore all’istruzione della IX Municipalità - in modo da evitare danni ulteriori. Soltanto in questo modo è possibile offrire un sostegno concreto alla vittima di bullismo.” Secondo lo psichiatra e criminologo clinico Antonio Scamardella “sul tema dell’emergenza bullismo occorreva prevenire e non curare. E’ indispensabile intervenire quando si manifestavano le prime avvisaglie. Oggi occorre spiegare bene ai nostri giovani come comportarsi nel gruppo per evitare che le dinamiche li travolgano. Al tempo stesso bisogna preparare le istituzioni ad affrontare questa nuova emergenza attraverso dei corsi di formazione ‘ad hoc’ per agevolare la comprensione di questo delicato processo di trasformazione in atto ormai da tanti anni”.

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