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Bagnasco: "Serva una nuova leva di politici cattolici"

Il presidente della Cei esorta la classe politica alla coesione. E apre al federalismo "solidale"
di Eleonora Crisafulli sabato 17 luglio 2010

2' di lettura

"Cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni". E' questo l'identikit tracciato dal cardinale Angelo Bagnasco della nuova leva di politici in grado di risollevare il Paese. Dalle pagine dell'Osservatore Romano, il presidente della Cei si rivolge agli uomini di governo affinché si ritrovi "la coesione e la convergenza". Con riferimenro all'unità d’Italia, l’arcivescovo di Genova invita a recuperare quei valori e innescare quel "meccanismo virtuoso della cooperazione" per cui "le forze culturali, sociali, economiche e spirituali, si sono sommate e non annullate. Penso che la crisi in atto debba dunque spingere l’Italia a ritrovare se stessa. Per questo apprezzo lo sforzo di quanti, innanzitutto il presidente della Repubblica, invitano continuamente a ritrovare la coesione e la convergenza, al di là delle legittime differenze". Manovra - Bagnasco interviene su diversi temi: federalismo, manovra, pedofilia nella Chiesa. A proposito delle misure economiche si augura che il criterio seguito sia quello dell'equità, "dovendo ciascuno dare in rapporto alle proprie capacità. Sta poi a chi ha la responsabilità politica affrontare in concreto la situazione, declinando l’equità economica dentro a una cornice di libertà politica e di coesione sociale. Solo così i tre valori in gioco - la libertà politica, la giustizia economica, la coesione sociale - si salvaguardano insieme". Disoccupazione - Il cardinale nota però che ancora c'è "molta disoccupazione. E non scorgo concreti e sicuri segnali di inversione di tendenza, anche in grandi realtà industriali della mia Genova. Serpeggiano tra la gente preoccupazioni serie e pungenti. Non mi riferisco ovviamente a un discorso di macroeconomia per il quale non ho le competenze. Semplicemente constato che se gli strateghi possono rassicurare sul medio periodo, ritenendo che la strada giusta sia stata imboccata, come vescovo vedo molta gente senza lavoro e sono turbato da tanta sofferenza e insicurezza su come arrivare alla fine del mese. Federalismo - Infine, Bagnasco ci tiene a precisare che il federalismo "non è una ricetta magica, ma rappresenta un’intuizione ben presente nella dottrina sociale della Chiesa", che va coniugata "con quello di solidarietà per evitare che chi sta indietro resti ancora più arretrato".

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