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Gli psicologi: il precariato

porta alla depressione

Carlotta Clerici
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È arrivato l'allarme degli psicologi per la situazione lavorativa italiana.  “La precarietà del lavoro, caratteristica di questo momento storico-sociale, sta producendo gravi risposte d'ansia nei cittadini. Una situazione più stabile, come quella di chi ha il posto fisso, dà più sicurezza e crea meno depressi”, denuncia  la psicologa e psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell'Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap).  Secondo l'esperta “La crisi economica che stiamo vivendo e le diverse situazioni d'instabilità e di minaccia che fanno parte della nostra realtà mettono a rischio il nostro equilibrio psichico che dovrebbe essere, invece, proprio in questo momento di difficoltà la nostra risorsa primaria”. Per la Vinciguerra, “la paura di perdere la possibilità di sostenersi economicamente, e peggio ancora di non poter proteggere economicamente la famiglia che abbiamo creato, o di non poter costruire un futuro, provoca un grande senso di frustrazione, d'inadeguatezza, di fallimento o di vittimismo. Risposte che producono perdita di fiducia in se stessi, con un conseguente senso di abbattimento, d'inutilità che porta alla depressione. Ci si sente vittime di un sistema che salva tutti tranne noi. Ciò - dice - crea invidie, rivalità, aggressività. Se viviamo in una situazione di precarietà lavorativa dobbiamo assolutamente reagire – concude la Vinciguerra – Chiudersi nell'attesa che qualcosa succeda non risolve la stato d'ansia e di apatia che giorno per giorno rischia d'invaderci”.

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