Appello della Cei ai farmacisti:
"L'obiezione è un diritto"
“L'obiezione di coscienza è anche un diritto che deveessere riconosciuto ai farmacisti”. Lo chiede il segretario generale della Cei,mons. Mariano Crociata, intervenuto questa mattina al Congresso dei FarmacistiCattolici in corso a Roma. Riconoscere tale diritto ai farmacisti significa peril segretario generale permettere loro di “non collaborare direttamente o indirettamentealla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali,come per esempio l'aborto e l'eutanasia, e di superare le difficoltà di uncontesto culturale che tende, talvolta, come ha detto il Papa nel suo discorsodel 2007 alla Pontificia Accademia della Vita, a non favorire l'accettazionedell'esercizio di questo diritto, in quanto elemento 'destabilizzante' delquietismo delle coscienze”. Per Crociata, “il diritto-dovere all'obiezione di coscienzanon riguarda solo i farmacisti cattolici ma tutti i farmacisti, perché laquestione della vita e della sua difesa e promozione non è una prerogativa deisoli cristiani. Anche se dalla fede riceve luce e forza straordinarie, essa appartienead ogni coscienza umana che aspira alla verità ed è attenta e pensosa per lesorti dell'umanità”. “'Desidero quindi esortare voi tutti - sono ancora leparole del segretario Cei ai farmacisti cattolici - ad essere testimoni coraggiosinell'esercizio della professione del valore inalienabile della vita umana,soprattutto quando è più debole e indifesa. Seguire la propria coscienza non èsempre una via facile e può comportare sacrifici ed aggravi. Tuttavia, rimanenecessario proclamare chiaramente che la via dell'autentica espansione dellapersona umana passa per questa costante fedeltà alla coscienza mantenuta nellarettitudine e nella verità”.