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Viviana Parisi, l'accusa sulle ricerche: "Credibilità dello Stato compromessa. Abbiamo dovuto fare da soli"

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“Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze. La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene”. È l’accusa di Claudio Mondello, legale e cugino della famiglia di Daniele, il marito di Viviana Parisi nonché il padre del piccolo Gioele, i cui resti sono stati ritrovati nella mattinata del 19 agosto. “Devo ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore e amore - ha aggiunto l’avvocato - è un’Italia che ci restituisce speranza”.

Una polemica sulla stessa linea di quella espressa in maniera più garbata dal padre di Gioele: “Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”. Infatti il merito del ritrovamento dei resti di Gioele si deve a Giuseppe Di Bello, carabiniere in congedo che si è prestato alle ricerche armato di falce e intuito: gli sono bastate 5 ore per spianarsi la strada verso il luogo in cui c’era quel che resta del bambino di 4 anni. 

 

 

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