Bossi: "Immigrati a casa loro"
Replica Fini: "Anatemi inutili"
A casa! Èdi nuovo scontro sugli extracomunitari. Bossi e Fini ancora ai ferri corti,dopo le esternazioni del leader della Lega Nord: “Gli immigrati devono esseremandati a casa loro. Non c'è lavoro nemmeno per noi, figuriamoci per loro”. Nonusa mezzi termini il Senatur per stroncare la proposta di legge bipartisan(settori finiani del Pdl, Pd, Idv, Udc) sulla cittadinanza degli immigrati.Dura la replica di Gianfranco Fini: “Ci può essere un anatema, una battutaliquidatoria, ‘sì lasciamoli a casa loro', ma non risolve il problema”. Parlandodi cittadinanza all'appuntamento promosso da Farefuturo e Con, il presidentedella Camera spiega: “Io non ho una ricetta, faccio delle riflessioni che nonpossono essere liquidate come boutade estemporanee perché è un tema che ci occuperàper i prossimi 20 anni. Non riesco a trovare argomentazioni logiche controqueste riflessioni. Ci può essere la battuta o l'anatema, ma non si risolve ilproblema”, insiste. È giusto,ribadisce Fini, chiedere rigore, ma “oggi chiedo alla politica di occuparsianche dell'altra faccia della medaglia”. ‘Ma cosa vuole dire integrare?',chiede il presidente della Camera. Falliti i modelli francese e britannico,l'Italia ha davanti la grande sfida di trovare una terza via perl'integrazione, forte di una cultura derivata da decenni di emigrazione: “Accantoalla carta dei doveri, ci vuole anche una carta dei diritti, altrimenti – avverte- si crea uno squilibrio”. E tra i diritti, sottolinea il presidente dellaCamera, “c'è anche la possibilità di diventare cittadini”. Fini chiede di nonimpantanarsi in una discussione su quanti anni servano prima di poter chiederela cittadinanza, ma almeno consentire a chi è arrivato in Italia piccolissimooppure vi è nato e ha concluso il ciclo scolastico elementare di poterdiventare (sempre su richiesta dei genitori) cittadino italiano. Se non faremoquesto «rischiamo di accendere mine nella nostra società», ammonisce Fini.