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Piersilvio: il patrimonio?

Quel che fa papà va bene

Albina Perri
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Divisoni del patrimonio tra fratelli? «Quel che fa mio padre per me va benissimo». Così Piersilvio Berlusconi, a margine di un incontro promosso a Montecarlo per lanciare le nuove offerte Mediaset Premium, replica secco a chi gli chiede di parlare della divisione del patrimonio di famiglia di cui sidiscute da quando Veronica Lario ha chieso la separazione legale da Silvio Berlusconi. Il ricorso individuale di separazione con addebito, presentato in tribunale dailegali di Veronica, sarebbe solo una parte del complicatocontenzioso sul patrimonio del premier, che vede contrapposti i dueprimogeniti di Berlusconi ai tre figli avuti con Veronica Lario.  Ad aggravare infatti la situazione sarebbe poi l'ipotesi di untesoretto non ufficiale accumulato negli anni all'estero a favore diBerlusconi e dei suoi due figli (Marina e Pier Silvio)impegnati direttamente in azienda, circostanza che emergerebbe dallecarte del processo Mills e dalle varie inchieste sui dirittitelevisivi. Una supposizione che, se confermata, finirebbe inevitabilmente colriguardare anche la richiesta di divorzio della Lario. Era stataproprio Veronica ad annunciare la separazione a mezzo stampa nel maggioscorso. Si profila dunque una battaglia legale daalmeno sette miliardi: a tanto ammonterebbe il valore del gruppoFininvest. Obiettivo della Lario non sarebbe tanto quello di tutelare la suaposizione: attraverso la finanziaria “Il Poggio”, infatti, è giàproprietaria di un patrimonio immobiliare di 20 milioni di euro, oltrea disporre di una quota consistente (il 38%) del quotidiano Il Foglio.La signora Berlusconi chiederebbe invece maggiori garanzie sul futurodei suoi tre figli (Barbara, Eleonora e Luigi), in modo da ottenere unaspartizione equa con i due primogeniti del premier, avuti dalla primamoglie Carla Dall'Oglio (Marina e Piersilvio). Attualmente, il presidente del Consiglio detiene il 65% del gruppo, mentre ciascuno dei cinque figli controlla il 7%. In un primo momento l'idea dei legali del premier sarebbe stata quelladi sdoppiare il gruppo in due società. Nella prima, destinata ai dueprimogeniti, sarebbero finite Mediaset, Mondadori e magari, Medusa. Laseconda, invece, riservata ai figli di secondo letto, avrebbe contenutola quote di Mediolanum, il Teatro Manzoni, gli immobili e tutte lealtre attività minori, oltre a un congruo conguaglio in denaro. Su questa ipotesi si sarebbe arrivati alla rottura. Anche perché se idue primogeniti del premier hanno da tempo ruoli di responsabilità nelgruppo (Marina è presidente di Fininvest, Piersilvio è vicepresidentedi Mediaset), gli altri tre figli, invece, avrebbero già da temporivendicato ruoli di responsabilità nelle aziende ammiraglie delgruppo. Intenzioni lasciate trapelare anche da dichiarazioni pubbliche:è il caso, ad esempio di Barbara Berlusconi che,dopo aver affermato di non voler essere “la nuova presidente di Medusafilm”, ha manifestato il desiderio di lavorare per il gruppoMondadori.  Sembra ormai certo che il futuro suo e dei suoi fratellisarà determinante per l'esito della separazione tra il premier e laseconda la moglie.

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