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Bimbi maltrattati: servono

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linee guida per riconoscerli

Albina Perri
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I medici pediatri dovrebbero essere aiutati a riconoscere quando i loro giovani pazienti vengono maltrattati. Servono, insomma, linee guida ad hoc per aiutare i pediatri a riconoscere i bimbi maltrattati o trascurati. Uno studio dell'Istituto superiore di sanità «ha riscontrato un'area di rischio del maltrattamento infantile pari al 2% del totale degli accessi pediatrici in pronto soccorso, circa 5 milioni all'anno. A questo si devono aggiungere quei casi che non arrivano in pronto soccorso. Di fronte a questo fenomeno estesissimo il riconoscimento precoce rappresenta uno degli aspetti più importanti». Lo evidenzia Pasquale Di Pietro, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), nel corso del Congresso nazionale Sip a Padova. «I casi di maltrattamento infantile non sono quasi mai isolati, ma si ripetono nel tempo, per cui è importantissimo togliere prima possibile il bambino da una situazione che ha generalmente gravissime conseguenze sul suo sviluppo psico-fisico. Sappiamo anche - prosegue Di Pietro - che la stragrande maggioranza dei casi di maltrattamento infantile, di ogni tipo, avviene all'interno delle mura domestiche senza distinzione di fascia sociale. Il che rende ancora più difficile l'identificazione e delicato il possibile intervento di protezione del bambino. I pediatri - sottolinea ancora il presidente Di Pietro - sono tra le “sentinelle” più adatte, insieme agli insegnanti, ad intercettare possibili casi di maltrattamento, ma la delicatezza del problema e la difficoltà nel riconoscere prima possibile i casi di maltrattamento e le situazioni a rischio impongono una formazione specifica». «È soprattutto importante - aggiunge Pietro Ferrara, coordinatore del Gruppo di studio sul maltrattamento della Sip - che si abbiano indicazioni chiare, e possibilmente univoche, su come agire e chi far intervenire quando ci si trova di fronte ad un sospetto di maltrattamento. Il lavoro iniziale del Gruppo di studio - continua Ferrara - è stato proprio effettuare una mappatura sul territorio per confrontare le diverse procedure in atto, di fronte al riconoscimento o ad un sospetto di maltrattamento, e verificarne l'effettivo funzionamento. L'obiettivo è di proporre delle vere e proprie linee guida che siano seguite ovunque. Così come stiamo lavorando per creare una rete di esperti che possa costituire un punto di riferimento zonale per tutti i pediatri». Silvano Bertelloni, presidente della Società italiana di medicina dell'adolescenza, sottolinea inoltre che «un aspetto emergente è quello relativo agli abusi a danno di bambini stranieri e nomadi, che sta acquisendo una sempre maggiore rilevanza. Gli ultimi dati a disposizione riguardano gli abusi sessuali e sono forniti dalla Direzione centrale della Polizia anticrimine della Polizia di Stato: le denunce relative ad abusi sessuali commessi su minori stranieri sono passate dal 5,4% del 1999 al 13% del 2005, con una prevalenza delle nazionalità rumena, marocchina, ghanese, filippina ed ecuadoriana».

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