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AstraZeneca, vaccini e trombosi, il governo cambia: "Open Day, stop alla somministrazione ai più giovani"

Alessandro Giorgiutti
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«C'è una raccomandazione (dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ndr.) di vaccinare con AstraZeneca solo chi ha più di 60 anni, e tutto sommato se ad essa ci si attiene non sarebbe male», dice il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. «Nel dubbio deve esserci la massima precauzione possibile», gli fa eco l'altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. «Sappiamo che il vaccino AstraZeneca è indicato sopra i 60 anni. Ciò non significa che non possa essere usato al di sotto dei 60 anni, ma è evidente che più si abbassa l'età, minore è il rischio di sviluppare la malattia grave. Soprattutto magari nelle donne, dove sono state osservate alcune di queste complicanze, va usato probabilmente con maggior giudizio e va anche data una risposta a partire da Aifa e poi da tutti gli enti che, anche a livello europeo centrale, fanno la farmacovigilanza».

 

 

 

 

 



Le indicazioni dei due membri del governo arrivano il giorno dopo l'ultima notizia di un ricovero presumibilmente collegato alla somministrazione del composto preparato dai ricercatori di Oxford. Si tratta di una donna di 34 anni che si è sentita male martedì sera sul posto di lavoro e oggi si trova in terapia intensiva al San Martino di Genova. Il 27 maggio si era vaccinata. «È stata sottoposta nel corso della notte a fibrinolisi di alcuni trombi presenti nella parte venosa del circolo epatico, con buoni risultati. Attualmente la paziente è ricoverata in terapia intensiva in respiro spontaneo», hanno fatto sapere ieri dall'ospedale. Sempre al San Martino è ricoverata in gravi condizioni in seguito a una trombosi venosa cerebrale una ragazza di 18 anni, mentre a Lucca è in rianimazione una donna di 42 anni colpita da ictus. Sul tema è intervenuto anche Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente del Consiglio superiore di sanità, ipotizzando di fatto che la raccomandazione di somministrare il vaccino agli over 60 possa diventare presto un obbligo. «Vi è in queste ore un'attenzione suprema per cogliere tutti i segnali che possono allertare su eventuali ef fetti collaterali che portino a considerare dei cambiamenti di indicazione». E ha aggiunto che «la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione».

 

 

 

 

 



Una affermazione, quest' ultima, che si spiega con lo studio pubblicato dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ad aprile, secondo il quale, quando la circolazione del virus si abbassa a 55 contagiati ogni 100 mila abitanti, per chi ha meno di cinquant' anni il rischio di trombosi provocata dal vaccino è superiore al rischio di morire se infettati dal corona virus (per la fascia da 50 a 59 anni il rischio è sostanzialmente identico). Ebbene, oggiin Italia la circolazione del virus è perfino al di sotto della soglia considerata dall'Ema. Nonostante questo, alcune regioni, tra cui la Liguria, hanno organizzato degli "open day" durante i quali smaltire le scorte accumulate di AstraZeneca coinvolgendo i giovanissimi. Ieri il governatore Giovanni Toti ha difeso la sua scelta, ricordando che, al di là delle raccomandazioni dell'Aifa, quel vaccino nel nostro Paese resta ancora oggiautorizzato per tutti: «Non ho nessuna competenza diretta per dire che cosa bisogna fare con i vaccini: mi attengo alle indicazioni dell'Istituto superiore di sanità, del Comitato tecnico scientifico, della struttura commissariale, che ci dicono che quel vaccino è autorizzato da Ema per tutte le età dai 18 agli over. Direi che, di fronte al parere di Ema, quello di Toti conta poco».

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