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Domino's Pizza, il colosso fallisce in Italia: quanti ristoranti chiudono

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Domino's Pizza lascia l'Italia e chiude tutti i suoi punti vendita, ben 29 filiali che facevano capo a un concessionario, ePizza Spa, il quale ha dichiarato fallimento. L'azienda italiana gestiva il franchising del marchio Usa, famoso per le consegne e domicilio e soprattutto per le pizze con condimenti "non tradizionali", come l'ananas. Nelle dichiarazioni ufficiali - come spiega Repubblica - si legge che "la pandemia di Covid-19 e le successive restrizioni prolungate hanno gravemente danneggiato ePizza".

 

 

 

Il presidente e maggiore azionista Marcello Bottoli, contattato dal Financial Times, si sarebbe rifiutato di commentare. La catena americana, arrivata in Italia nel 2015, aveva aperto punti vendita tra Milano, Torino, Bergamo, Bologna, Roma e il Veneto. Secondo gli ultimi rapporti annuali raccolti da Bloomberg, alla fine del 2020 la società italiana avrebbe accumulato 10,6 milioni di euro di debiti. I piani dell'azienda, comunque, erano diversi all'inizio: l'intenzione era addirittura quella di aprire 900 punti vendita entro il 2030. Poi la pandemia avrebbe distrutto il progetto, visto che in quel periodo è cresciuta parecchio la concorrenza nel settore della consegna di cibo a domicilio.

 

 

 

Nonostante il fallimento in Italia, Domino's Pizza resta un colosso della ristorazione oggi quotato a Wall Street. Nasce nel 1960 dai fratelli Tom e James Monaghan, ma nel 1998 il fondo di private equity Bain Capital, allora guidato dal futuro candidato repubblicano alla casa Bianca Mitt Romney, rileva il 93% della società da Tom Monaghan per circa un miliardo di dollari. Al momento la società vanterebbe un valore di oltre 14 miliardi di dollari.

 

 

 

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