Cerca
Logo
Cerca
+

Chico Forti, promemoria per il governo: ricordatevi di lui

Esplora:

Alessandro Dell'Orto
  • a
  • a
  • a

Caro presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Chico Forti ieri ha compiuto 64 anni e pensarlo a festeggiare tutto solo là, in un carcere di Florida City, fa male, ci smuove qualcosa dentro, ci strizza l’anima. È ormai dal 2000 che Chico spegne le candeline lontano da famiglia, amici e Italia - tra rabbia, illusioni, prese in giro e promesse non mantenute - perché è stato condannato all’ergastolo per omicidio dopo essere stato accusato senza indizi, essere stato giudicato senza difesa, essere stato dichiarato colpevole senza prove. Sì, incastrato. Ventitré anni in cella mentre il mondo cambiava, l’Italia cambiava, i governi cambiavano. Per lui, invece, tutto è rimasto dannatamente uguale e là, dietro le sbarre, Chico ha visto volare via anzi, gli hanno portato via - la parte della vita in cui un uomo si realizza, si gode la famiglia (mamma Maria il 14 febbraio compirà 95 anni e a breve la figlia Jenna Bleu lo farà diventare nonno), si gusta la maturità. 

IL PREMIO ATREJU
Ecco perché non è giusto aspettare ancora, ecco perché c’è bisogno del suo intervento e dell’intervento del suo governo per cercare di risolvere una situazione difficile, ma forse- lo speriamo vivamente - non così ingarbugliata come ci hanno fatto credere finora.

Certo, il momento non è dei più facili nè semplici e ce ne rendiamo conto. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è travolto dal caso dell’anarchico Alfredo Cospito e stravolto dai lavori per la riforma della giustizia, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani è assillato dai vertici internazionali e tormentato dalle preoccupazioni sull’andamento della guerra in Ucraina e Lei, tra coordinare i ministri e accreditare a livello internazionale il suo nuovo governo, ormai vive lavorando. Però, per favore, non dimenticatevi della storia di Chico Forti e appena possibile fate qualcosa. Per davvero.

Perché è la storia che potrebbe capitare improvvisamente a tutti noi, la storia di un italiano che viveva felicemente a Miami, amava la vela e faceva il produttore cinematografico fin quando, nel 1998, senza motivo, è stato incolpato di aver ucciso Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale stava acquistando il Pikes Hotel a Ibiza. Ed è iniziato un incubo che non finisce mai.

Caro presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ci rivolgiamo direttamente a Lei perché la sensazione è che questa volta, finalmente, voi del governo possiate realmente arrivare a ottenere qualcosa, visto che conoscete bene la vicenda e siete stati dalla parte di Forti fin dall’inizio: Fratelli d’Italia si è sempre interessata a Chico, Lei gli ha assegnato il “premio Atreju” del 2021, sempre Lei lo scorso settembre ha incontrato Gianni, suo zio, promettendogli che «continueremo a batterci per farlo tornare in Italia».

A noi, amici e sostenitori di Chico, famosi e meno famosi (dalla parte di Forti da sempre si sono schierati pubblicamente cantanti, politici, attori) allora non resta che sperare in questo nuovo governo, dopo esserci inutilmente illusi nel 2015 con Matteo Renzi, che promise di parlarne a Barack Obama (ovviamente non se ne seppe nulla), ma soprattutto dopo aver creduto che Luigi Di Maio avesse risolto tutto il 24 dicembre 2020.

DI MAIO E L’ANNUNCIO
Già, l’allora ministro degli Esteri del governo Conte annunciò a tutti su Facebook, trionfante: «Ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia. L’ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Il governatore della Florida ha infatti accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia». Invece no. Nuovi intoppi, problemi, scuse, incomprensioni, faldoni spariti, interrogazioni. E Chico, a distanza di 23 anni dalla condanna, è ancora là, in carcere in Florida a festeggiare il compleanno tutto solo dietro le sbarre.

Dai blog