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Alluvione, la profezia sulla catastrofe di Faenza: la lettera choc

venerdì 26 maggio 2023

2' di lettura

È l’agosto 2012 quando, tramite la lettera che pubblichiamo di seguito, il medico faentino Arturo Frontali lancia un accorato allarme sulle condizioni del letto dei fiumi Lamone e Senio, invasi da alberi e cespugli e dunque a estremo rischio in caso di alluvioni. Frontali scrive a diverse testate giornalistiche locali (che pubblicano la sua missiva) e contatta l’ufficio della Regione Emilia Romagna preposto, l’Autorità di Bacino, senza però ottenere mai risposte, né per telefono né via posta. Frontali non si arrende, coinvolge un paio di sindaci del territorio che supportano le sue preoccupazioni, ma la pratica non fa passi avanti. Oggi, il dottor Frontali spala fango nella sua Faenza, ripensando agli allarmi ignorati da chi avrebbe dovuto proteggere la città.

Dal ponte di Castel Bolognese fino a valle di Lugo e oltre, il fiume è ridotto ad una foresta impenetrabile tipo Mato Grosso, una selva di acacie spinose, di pioppi alti più di dieci metri, il tutto avvolto da un roveto impenetrabile, costituito da rovi alti più di un metro e mezzo, frammisti a canne da fiume e da fittissime e altissime felci; pertanto l’alveo del fiume risulta inaccessibile, e le rive impraticabili per il roveto spinoso.

La golena, un tempo lavorata e seminata a grano ed erba medica, ora è talmente ristretta e ingolfata dagli alberi e dai rovi da non permettere il passaggio in molti punti.

Se il fattore tempo cambierà e ritornerà a piovere abbondantemente (personalmente ricordo del fiume da riva a riva) neppure una goccia d’acqua potrà filtrare attraverso questa selva e il tutto esonderà prima della via Emilia, invadendo a valle terreni agricoli, case e aziende. Di chi la colpa? Il Senio, una volta alle dipendenze dell’ufficio Reno di Bologna, è ora alle dipendenze della spett. Autorità del bacino Reno di Bologna il cui responsabile è l’architetto Petri. Come è stato possibile un abbandono così totale completo? Immagino per mancanza di fondi! Ho parlato con due sindaci, che conoscono la pericolosa rovina del fiume; sperano soltanto che non pioverà più con abbondanza, in modo che non avvengono piene pericolose. Gradirei una risposta 

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