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Scoppia l'emergenza ai valichi alpini: a rischio il 63% delle esportazioni

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Luigi Merano
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La frana caduta il 28 agosto su una strada statale in Savoia, in Francia appena al di là del confine con l'Italia, che ha portato alla chiusura temporanea del traforo del Frejus, riapre il dibattito sul possibile slittamento dell'avvio dei lunghi lavori di manutenzione del tunnel del Monte Bianco. L'ultima ondata di maltempo che ha interessato l'Europa centrale ha messo ancora una volta in evidenza la dipendenza dell'import/export italiano dal trasporto su gomma. Quasi i due terzi, il 63%, delle esportazioni agroalimentari italiane- rileva Coldiretti - interessano i Paesi dell'Unione Europea che vengono raggiunti principalmente attraverso i valichi alpini. Le criticità di queste ore, con le code di ore per passare il valico tra il versante di Courmayeur e quello di  Chamonix-Mont Blanc, tornano a far discutere sulla tempistica dei lavori in arrivo nel traforo del Bianco. A partire dal 4 settembre la Geie Tmb, il consorzio italo-francese che gestisce il tunnel, ha pianificato lo stop alla circolazione per 15 settimane fino al 18 dicembre. Si tratta del primo lotto di lavori sulla galleria, lunga 11,6 chilometri, di un maxi cantiere da mezzo miliardo di euro destinato a concludersi presumibilmente nel 2041.


LA CONGESTIONE
Sostanzialmente l'ipotesi è di eseguire 3-4 mesi di lavori ogni anno, con annesso stop della galleria. Durante i lavori, è stato calcolato, il Frejus dovrebbe assorbire il 90% del traffico pesante che normalmente transita per il Bianco. Ad oggi, pero', visto lo stop, a vetture e mezzi pesanti, mancherebbe questa alternativa. Nel frattempo anche il tunnel ferroviario di base del Gottardo, il più lungo al mondo con 57 chilometri, che collega Italia e Svizzera, ha subito una interruzione, dopo che un treno merci è deragliato causando lo stop della linea per circa due settimane. Ora il tracciato, sul quale di norma transitano quasi 100 treni merci al giorno, è stato riaperto alla circolazione su un sola canna. Ieri il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il ministro francese dei Trasporti Clement Beaune hanno discusso della questione, tra le opzioni possibili si sta valutando anche il rinvio dei lavori al traforo del Bianco per evitare il blocco alla circolazione tra Italia e Francia.

 

 


IPOTESI SLITTAMENTO
Il governatore della Valle d’Osta, Renzo Testolin, ha detto che per ora tutto procede come da programma. Ma lo slittamento dell'apertura del cantiere di qualche giorno è l'ipotesi che appare più probabile. Anche perché, come spiega il governatore del Piameonte, Alberto Cirio, «la Regione «non può accettare soluzioni che contemplino la contemporanea chiusura dei due valichi transalpini». Nei giorni scorsi Confindustra Piemonte, interpellata da Repubblica, ha calcolato che lo stop a singhiozzo del tunnel per 18 anni potrebbe costare 11 miliardi di Pil. L'altro dossier aperto riguarda il Brennero. Da diversi anni Italia e Austria non trovano un accordo sulla gestione di un tratto di autostrada a nord del Brennero che si trova in territorio austriaco ma viene utilizzata in larga misura dai camion delle aziende di trasporto italiane, dato che è la strada più veloce per arrivare in Germania. Negli ultimi anni il governo austriaco ha aumentato le limitazioni alla circolazione dei camion per limitare le emissioni inquinanti, con l'Italia che sostiene di essere danneggiata da queste scelte. Secondo Confcommercio stima «il ritardo di una sola ora nell'attraversamento del valico del Brennero genera per l'intera economia nazionale su base annua un danno nell'ordine di 370 milioni». 

 

 

 

 

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