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Strage a Mestre, sospetti sulle batterie elettriche: la testimonianza del soccorritore

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Non è stato solo il volo di 10 metri a provocare la morte di 21 persone a bordo dell'autobus-navetta volato giù dal cavalcavia Rizzardi di Mestre. Il bus elettrico guidato da Alberto Rizzotto, unico italiano deceduto, trasportava turisti stranieri di ritorno al campeggio Hu di Marghera, dopo una gita a Venezia.

Proprio le imponenti batterie elettriche del mezzo hanno preso immediatamente fuoco all'impatto con il terreno, trasformando i rottami del bus in un rogo letale. Peraltro, un messaggio Whatsapp che ha iniziato a circolare nella zona di Venezia e Mestre poche ore dopo la tragedia (avvenuta martedì sera intorno alle 19.30) ripropone la testimonianza di una donna che sosteneva di conoscere l'autista e di aver appreso da un testimone oculare che sul pullman si sarebbe scatenato un incendio già sulla rampa, inducendo il guidatore a una "manovra eccessiva" verso la destra, tra le auto in coda, portandolo a perdere il controllo. Una ricostruzione, però, che non è al momento confermata. La tesi più battuta è quella del malore o del colpo di sonno dell'autista.

Sicuro, invece, il tragico impatto delle batterie elettriche sul bilancio pesantissimo: "L'estrazione delle persone è stata complicata", ha spiegato ai giornalisti il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Mauro Luongo, mentre le bare venivano mestamente portate via a bordo di alcuni furgoni della Protezione civile. Il pullman "era abbastanza pieno: abbiamo contato 39 persone tra cui anche qualche minore". Le operazioni di soccorso come detto sono state complesse: "Tra le difficoltà il fatto che il pullman era elettrico, quindi con le batterie. Purtroppo hanno preso fuoco con l'impatto. Le batterie hanno delle criticità quando sono calde. Ecco perchè le operazioni sono state un po' più lunghe per rimuovere il mezzo".

Anche per questo la carcassa del bus è stata portata via solo a batterie raffreddate. Dalle ore 5.30 di questa mattina il mezzo si trova nel deposito dell'ex mercato ortofrutticolo di Mestre in via Torino. Al termine delle complesse operazioni di estrazione di vittime e feriti, il bus, rovesciato sull'asfalto dopo un volo di alcuni metri, è stato sollevato con due gru e trasportato su un pianale nel deposito dell'ex mercato, lontano da occhi indiscreti e a un chilometro e mezzo circa dal luogo in cui sono rimaste ferite altre 15 persone. Da quanto apprende l'agenzia Adnkronos, il mezzo viene monitorato "ogni 4 ore circa" poiché "trattandosi di un bus elettrico", quindi dotato di particolari batterie, "potrebbe ripartire l'incendio" divampato subito dopo lo schianto.

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