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Israele e Palestina, quei volumi ideologizzanti anche in Italia

Marco Cimmino
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Certo, vedere ed ascoltare le formidabili idiozie che gli studenti italiani riescono a proferire sul complicatissimo rapporto tra Israele e i Palestinesi induce a credere che abbiamo generato un’accolita di minorati mentali: un consimile coacervo di approssimazioni storiche e geografiche, doppiate da un repertorio desolante di luoghi comuni e di castronerie assortite, non depone a favore della next generation. La loro prosopopea, il tono saccente con cui emettono esilaranti apoftegmi, fa, effettivamente, prudere le mani. Tuttavia mi permetto, contrariamente al mio costume, di fare il procuratore del diavolo e di affermare che non è soltanto colpa loro: che non ricade solo sulle loro esili spallucce la responsabilità di quelle stupidaggini che fuoriescono dalle loro bocche. A monte, purtroppo, ci sono, spesso, insegnanti che non insegnano o insegnano male e letture che non illuminano, ma che, anzi, precipitano nella tenebra.

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PRESSAPOCHISMO
Ora, trascurando il tema usato della pochezza della nostra classe docente, mi soffermerei sulla manualistica scolastica, che, da molto tempo, è una piaga purulenta, nel fianco della nostra pubblica istruzione, tanto che tutta la questione meriterebbe un esame approfondito e serio. E non è detto che non lo facciamo. Nei libri di storia (e non solo) le vicende e i fenomeni vengono trattati spesso con pericoloso pressapochismo, quando non con scoperta malafede. Insomma, molto frequentemente, di fronte a tali e tante castronerie, sorge il sospetto di essere al cospetto di autentici manipolatori di massa, piuttosto che di semplici cretini. Pur accettando l’ipotesi della colpa e non del dolo, su quelli che lo storico definisce “temi divisivi”, e che più degli altri necessiterebbero di una spiegazione chiara, equidistante e pacifica, si evidenzia, invece, un clamoroso schierarsi: quasi una propaganda votata all’incendio delle giovani coscienze. E, come si può facilmente constatare, dall’incendio della coscienza, spesso, si passa a quello delle auto in sosta.

 


Non è questa la sede per fare una sorta di florilegio della letteratura scolastica, tanto delle scuole medie, quanto delle superiori, riguardo l’annosa questione: basti, però, sapere che la manualistica appare quasi equamente divisa tra filoisraeliani ed antisraeliani, come fosse uno spaccato della società intellettuale (diciamo così) italiana. Manca quasi del tutto un approccio scientifico al problema: anzi, perfino le cartine geostoriche, che dovrebbero rappresentare una manifestazione del tutto neutrale del sapere, contengono indicazioni, ad esempio sull’insistenza dell’elemento palestinese o arabo nei territori, che tende ad indirizzare l’opinione dello studente verso questa o quella versione dei fatti. D’altronde, i libri di storia per le scuole, di solito, vengono concepiti dalle case editrici con precisi criteri manageriali: si prende un nome noto (che, per solito, il manuale nemmeno lo legge) e gli si affianca un codazzo di succedanei, più o meno sconosciuti, che, per quattro palanche, fanno il lavoro sporco.

 


SPONSOR POLITICI
Costoro provengono quasi sempre dalla scuola e, pertanto, la produzione manualistica è un po’ un gatto che si morde la coda e appare afflitta esattamente dalle stesse magagne che affossano il sistema scolastico. Perciò, come tra gli insegnanti domina lo schieramento calcistico, laddove si tratti di fenomeni divisivi, così accadrà nelle produzioni testuali, che, per soprammercato, subiranno l’influsso nefasto degli sponsor politici di questa o quella casa editrice. E ve lo dice uno che un manuale di storia l’ha scritto e non parla per sentito dire. Quindi, per concludere, non dovremmo limitarci a scuotere la testa, bofonchiando: o tempora o mores! Quando vediamo i nostri ragazzi invadere le piazze esibendo ragionamenti da Tso. Bensì, dovremmo porci seriamente, noi che siamo persone serie o, almeno, lo si suppone, il problema dei cattivi maestri: categoria da sempre perniciosissima in Italia. E cercare di isolarli e di limitarne i danni. Tanto i maestri in carne ed ossa quanto quelli cartacei.

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