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Giulia Cecchettin, la ragazza a terra ma nessuno interviene: dettagli agghiaccianti

Roberto Tortora
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In attesa che Filippo Turetta faccia rientro in Italia e cominci a rispondere alle domande degli inquirenti, nella speranza di fare piena luce sull’omicidio di Giulia Cecchettin, emergono nuovi particolari sulla tragica sera dell’11 novembre, quando i due fidanzati sono scomparsi.

A rivelarli è Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha Visto?, nel corso dell’ultima puntata. I fatti sono questi: la domenica mattina, 12 novembre scorso, alle 13:30 il papà di Giulia, Gino Cecchettin, sporge denuncia ai Carabinieri e nel documento si legge “allontanamento volontario. Pericolo di vita: nessuno”. Una leggerezza del papà nell’esporre i fatti? Pare proprio di no, perché Gino afferma di “temere per l’incolumità di sua figlia” e ribadisce che nemmeno Filippo è tornato a casa.

Un testimone nel parcheggio di Vigonovo, dov’è avvenuta la prima aggressione, dice ai microfoni della trasmissione di servizio pubblico: “Ho sentito urlare nel parcheggio di fronte a casa mia e ho capito che c'era un litigio. In quel momento ho avuto paura. Non sapevo se si stessero picchiando. Li ho visti litigare di fronte al parcheggio. Sentivo delle urla di donna. Ho chiamato i carabinieri”. Questa seconda denuncia arriva alle ore 23:18 di sabato sera, 11 novembre. Com’è possibile allora che, dopo più di 12 ore, la denuncia del papà di Giulia venga etichettata come “allontanamento volontario”?

Nell’ordinanza di arresto di Filippo Turetta si legge: “Successivamente il padre comunicava di essere stato contattato da un vicino di casa che aveva assistito di un violento litigio nel parcheggio a 150 metri dalla sua abitazione. Sentiva una voce femminile urlare ‘così mi fai male’. Aggiungeva poi di aver visto un individuo calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra”. Dalle 23:18, ora della denuncia del testimone, Filippo Turetta e la fidanzata, ormai tramortita, vagano con la Fiat Punto fino alla zona industriale.

Il percorso effettuato nella notte tra sabato e domenica è stato individuato grazie alla riattivazione di alcuni dispositivi elettronici di Piancavallo, che erano in manutenzione, ma avevano in memoria i dati dei veicoli in transito. L'ingresso in territorio friulano è avvenuto dalla zona di confine con il Veneto, a Caneva. Questo dislivello temporale, questa mancanza d’azione tempestiva, successiva alla denuncia, con ogni probabilità sono stati fatali alla povera Giulia. Poteva, forse, essere salvata?

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