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Rossella Cominotti, la rivelazione del marito: "Perché l'ho uccisa"

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Simona Pletto
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I giornali abbandonati a terra, davanti alla loro edicola a Bonemerse (Cremona), insieme alla vecchia locandina del 28 novembre. E quel cartello appeso alla porta: «Oggichiudiamo alle 16.30». Erano le ultime tracce della coppia, sparita nel nulla da dodici giorni. I familiari di lei avevano lanciato appelli, ma invano. Entrambi i telefoni erano spenti. Ieri mattina la macabra scoperta: il corpo senza vita di Rossella Cominotti, 53 anni, originaria di Rivarolo Mantovano, è stato trovato in una camera da letto dell’Antica Locanda Luigina, a Mattarana, nello Spezzino. A ucciderla sarebbe stato il marito Alfredo Zenucchi, 57 anni, originario di Gazzanica, nella Bergamasca, fuggito in auto e fermato 5 ore dopo il ritrovamento del cadavere della donna. «Volevamo farla finita insieme- ha poi spiegato-, ma poi io non ce l’ho fatta».

Marito e moglie si trovavano nell’albergo di Carrodano da circa una settimana. Avevano prenotato insieme la stanza e sarebbero dovuti ripartire oggi. Nella camera d’albergo è stato rinvenuto il rasoio a mano libera con cui l’omicida avrebbe colpito la vittima alla gola. La donna è stata trovata poco dopo prima delle nove dal personale dell’albergo che doveva riordinare la camera. Era riversa sul letto, in una pozza di sangue. Il marito, che si era allontanato a bordo di una C3 bianca, è stato fermato in Lunigiana. La sua auto era stata avvistata sempre ieri mattina sulla via Aurelia. Intorno all’ora di pranzo la svolta: Zenucchi è stato fermato dai carabinieri di Pontremoli in località Terrarossa, nel comune di Licciana Nardi al confine con quello di Aulla. La sua fuga è terminata attorno alle 14, in un posto di blocco che era stato organizzato a seguito di avvistamenti della sua presenza nella zona. L’uomo è stato interrogato dal magistrato di turno Elisa Loris. È accusato di omicidio volontario. Per ora, molti aspetti di questo delitto restano avvolti nel mistero. Da chiarire i motivi dell’allontanamento della coppia, e della chiusura improvvisa dell’edicola. Forse una fuga volontaria per questioni economiche. Nessuno, nell’albergo, dove erano ospiti da venerdì 1 dicembre, li avrebbe sentiti litigare. In passato la Cominotti, che sembra avesse problemi di salute e di depressione, aveva lavorato come parrucchiera, poi la coppia lo scorso gennaio aveva rilevato l’edicola in via Roma a Bonemerse. Ad interessarsi della loro scomparsa, oltre alla cugina, che aveva pubblicato un appello sui social, anche il sindaco di Bonemerse Luca Ferrarini, che si era rivolto ai carabinieri. Ieri la sconcertante notizia della morte violenta della donna e del fermo del marito.

 


I due erano sposati da circa un anno. Erano riservati, «persino schivi» a dispetto del lavoro che avevano deciso di svolgere, gli edicolanti, sempre a contatto con la gente. Così i vicini di casa di Cavatigozzi e i clienti di Bonemerse descrivono Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi. In provincia di Cremona, tra il quartiere del capoluogo dove abitavano in una villetta a schiera e il paese della cintura cittadina dove da poco più di un anno avevano rilevato l’attività parlano di una coppia come tante. «Mai sentiti urlare, mai assistito a liti particolari». Eppure Cominotti e Zenucchi, che proprio il giorno prima del delitto ha compiuto 57 anni, a qualcuno dei vicini apparivano “strani”. Altri giurano: «Lei era una gran brava persona». Di Rossella, che su Facebook aveva ben sette profili aperti con le stesse foto che girava da un account all’altro, spesso ritratta con il suo amato cane, restano quei post pubblicati pochi anni prima di sposarsi. «Gli uomini sono tutti uguali, all’inizio sono dolci e amorevoli, ma dopo un po’ vanno a cercare altre avventure».

 

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