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Filo-russi a convegno nel Comune Pd

Simona Pletto
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Autogol in casa Pd. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli (Dem) è stato travolto dalle critiche per aver concesso una sala comunale a un’associazione filo-russa per parlare della “ricostruzione” di Mariupol da parte dei russi dopo che questi l’hanno rasa al suolo con i loro bombardamenti e conquistata. Un evento che sarebbe anche potuto passare inosservato in un feudo rosso quale è Modena. Sì, perché secondo il regolamento comunale (articolo 3) qualsiasi associazione culturale può richiedere e ottenere una sala pubblica purché gli organizzatori dichiarino che sono “fedeli alla Costituzione e di fede antifascista e antirazzista”. Insomma, basta dichiararsi antifascisti, anche se la conferenza serve a celebrare un presidente con ambizioni dittatoriali. Fatto sta che a scatenare un gran caos sull’evento che prevede l’intervento di Andrea Lucidi, giornalista free lance inviato di guerra pro-Russia (lo stesso che invocava la ghigliottina per la premier Meloni), è stato un collega dello stesso partito del sindaco di Modena, il senatore Pd Filippo Sensi. È stato lui, per primo, a criticare sui social la conferenza in programma per il 20 gennaio. Un assist che, nel giro di poche ore, ha spinto la polemica fino a Kiev.

 


L’eco dell’iniziativa modenese è giunto prima all’ambasciatore ucraino a Roma Yaroslav Melnyk, e da qui alle orecchie del governo ucraino, che è intervenuto per voce del ministro degli Esteri Oleh Nikolenko. La dichiarazione è stata riportata sulla testata Ukrainskaya Pravda, che ha definito l’evento modenese “una provocazione” legata alla propaganda russa. «A livello ufficiale, l’Italia sostiene fortemente la sovranità e l’integrità territoriale dell'Ucraina. E ci aspettiamo che questo evento propagandistico provochi una reazione adeguata», ha osservato Nikolenko, il quale avrebbe anche dato incarico all’Ambasciata ucraina in Italia di protestare ufficialmente. Le critiche nei confronti dell’evento dal titolo “La rinascita dopo la guerra” e che prevede tra gli altri, gli interventi del console generale della Federazione russa Dmitri Shtodin e di Eliseo Bertolasi, russista e presidente Mir Italia, sono lievitate a dismisura anche sui social. Secondo molti il sindaco ora dovrebbe revocare la concessione della sala di via Viterbo (spazio di proprietà comunale in affitto per eventi pubblici) all’associazione culturale “Russia Emilia Romagna”. «È una polemica che non capiamo», dicono dall’associazione. «Sono stati invitati anche giornalisti italiani a Kiev, proprio per poter avere un quadro reale della situazione. Nulla di politico. Si voleva solo capire a che punto era la ricostruzione di Mariupol. Ma ora non credo che la conferenza si farà. Ormai non si può parlare più di nulla in Italia...».

 

Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, si è così difeso: «Respingo con fermezza ogni tentativo di strumentalizzazione dell’appuntamento annunciato per il 20 gennaio». E aggiunge: «Il Comune di Modena non sostiene in alcun modo iniziative che offrono una lettura filo-russa del conflitto in corso in Ucraina che ha avuto origine, lo voglio ribadire ancora una volta, con l’invasione nel 2022 da parte della Russia. Non c’è alcun patrocinio del Comune e nessuna forma di sostegno, tantomeno economica, a questo appuntamento per il quale l’associazione ha sottoscritto l’impegno previsto dal regolamento comunale a condividere i valori sanciti dalla Costituzione e dalla Repubblica Italiana e, segnatamente, il divieto di professare e/o praticare ideologie e comportamenti fascisti e razzisti. Un impegno che auspichiamo venga rispettato».

 

 

Per Michele Barcaiuolo, senatore di Fratelli d’Italia, capogruppo alla Commissione Esteri e Difesa, questa vicenda mette in luce di nuovo i due pesi e le due misure della sinistra. «Al netto dei post e aldilà dei regolamenti, ciò che stupisce sempre è la doppia morale del Pd». E aggiunge: «Lo scorso settembre abbiamo organizzato a Modena, come Fratelli d’Italia, un convegno per fare il punto dopo un annodi lavoro del governo. Non le dico le polemiche e le critiche. Ed eravamo in una sala di albergo. L’autogol del Pd? La sinistra ha sempre avuto una posizione debole sulla guerra in Ucraina. E questo è il risultato».

 

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