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Napoli, l'Università Federico II nelle mani dei pro-Palestina: occupato il rettorato

lunedì 8 aprile 2024

2' di lettura

L'Università italiana è sempre più anti-Israele. Un gruppo di attivisti della Rete Studentesca per la Palestina ha occupato il rettorato dell'università Federico II di Napoli mettendo sotto accusa il bando per la collaborazione scientifica con Israele.

"Oggi la Federico II ed il suo rettore Matteo Lorito - è la nota vergata dagli studenti pro-Gaza - si sono svegliati così: abbiamo deciso di porre in essere un'azione forte occupando gli uffici del rettorato come è già avvenuto a Roma, a Torino, a Bologna. Siamo stanchi di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie, mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati da una parte, sdoganando un linguaggio bellico più che preoccupante, e depoliticizzati".

"Quanto sta accadendo in Palestina in questo momento porta per noi il nome di genocidio", proseguono gli studenti anti-israeliani nella rivendicazione dell'occupazione. Per poi snocciolare uno dopo l'altro tutti i capi d'accusa di quello che è a tutti gli effetti un processo politico non solo contro la Federico II, ma pure tutto il mondo universitario italiano in una visione decisamente distorta dell'attualità e della storia. "Il bando Maeci, la fondazione Med'or, gli accordi stretti tra Italia ed Israele a livello accademico, economico, militare rappresentano per noi un punto di non ritorno circa la complicità dell'accademia con il criminale progetto di Nethanhyau di cancellazione del popolo palestinese". 

Il governo di Netanyahu viene dunque identificato con Israele, le scelte politiche (comprese quelle belliche) con il mondo dell'istruzione israeliano. Un approccio che alimenta il sospetto su quanto sia facile passare alla equazione antisionismo - anti Israele - antisemitismo, come più volte dimostrato dalle censure imposte dagli studenti sulla carta "democratici" contro ospiti scomodi come David Parenzo e Maurizio Molinari, il direttore di Repubblica, a cui è stato impedito di parlare su temi anche non inerenti al Medio Oriente. Motivo? L'essere filo-Israele. O più semplicemente contro Hamas.

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