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G7 Clima, gretini e pro Palestina bloccano la tangenziale: "Previsti centinaia di blocchi"

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Ambientalisti, filo palestinesi, attivisti vari. Ormai è tutto un grande calderone in cui ci si spalleggia a vicenda e ogni scusa è buona per protestare. L'ultimo episodio è accaduto a Venaria, vicino Torino. Lì si sta svolgendo il G7 Clima Energia e Ambiente, ospitato nella famosa Reggia. Presenti i ministri dell'ambiente dei principali Paesi, oltre alcuni leader europei. Ecco quindi che l'occasione è stata ghiotta per mettere in scena l'ennesima protesta che bloccasse la città. "No G7 della guerra e devastazione" si legge su un grande striscione srotolato nel mezzo della tangenziale nord di Torino, poco distante dall'uscita Venaria.

Un gruppo di circa 400 persone, con in testa un camioncino da cui venivano accessi diversi fumogeni, ha bloccato il traffico, creando lunghe code di diversi chilometri. Una volta immobilizzata la fila di auto, i leader dell'azione hanno imbracciato i microfoni e hanno cominciato il loro sproloquio contro la qualunque. "Di fronte alle false soluzioni che i governi delle potenze mondiali propongono alla crisi climatica diciamo loro che la via di uscita è la giustizia climatica, la difesa della sovranità energetica dei popoli e la costruzione di reti di solidarietà tra i nostri paesi e il riconoscimento del debito dei paesi esteri fraudolenti che stanno strangolando i nostri popoli e che spingono al saccheggio delle nostre risorse naturali". Come detto, non solo la questione climatica: da uno dei ponti della tangenziale è stata srotolata una grande bandiera palestinese e sono stati intonati cori contro lo Stato di Israele. Dopo circa mezz'ora di disagi, il corteo ha deciso di riprendere il suo cammino e il traffico ha ricominciato a scorrere a fatica. 

Il gruppo di manifestanti, diventato di circa un migliaio di persone, è arrivato fino a piazza Vittorio. Lì sono stati esposti alcuni cartelloni con le effigi di Giorgia Meloni, del primo Ministro del Regno Unito Rishi Sunak, del presidente Usa Joe Biden e di altri capi di governo. Subito dopo sono stati dati alle fiamme. "Chi blocca il nostro futuro si troverà centinaia di blocchi come questo di persone non disposte a far decidere sulla propria testa" hanno detto gli attivisti.

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