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Incentivi alle biciclette? Ai ciclisti più che i soldi servono strade sicure

Tommaso Lorenzini
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«Hai voluto la bicicletta? Allora pedala». Pochi giri di ruota e la sentenza tagliente, irridente, inappellabile, rimbalzata almeno una volta nella testa di ogni ciclista esausto, si trasforma oggi in un invito mieloso: «Pedala, Firenze ti premia». Non solo: anche Battipaglia (Salerno), anche San Lazzaro di Savena (Bologna), anche Castel Maggiore (Bologna), anche Grosseto, Bari, Torino, Cesena, Cesenatico e Trento: tutti ti premiano e qui ci fermiamo, mettiamo piede a terra e riprendiamo fiato, chiedendo scusa a tutte quelle amministrazioni che non abbiamo citato.

Perché l’iniziativa di “mobilità aumentata” che assomiglia a un insalatona di ecologia e corretto stile di vita è comparsa in decine di comuni in tutta Italia, in modalità piuttosto simili, accolta dagli applausi degli ecofanatici. L’ultima in ordine di tempo a rilanciarla è stata l’amministrazione di Firenze. «La finalità del progetto - recita la nota di Palazzo Vecchio - è promuovere l’uso della bicicletta per tutti gli spostamenti sistematici, non solo quelli casa-lavoro ma anche quelli casa-scuola/università, ed è per questo che per questi per.orsi l’incentivo sarà maggiore, fino a 20 centesimi al km. Si potranno impostare fino a due percorsi casa/ scuola e casa/lavoro per venire incontro alle esigenze di chi ha più sedi di studio o lavoro».

Insomma, ti pagano se prendi la bici e vai a lavoro o a lezione: basta che ti registri con una app, scarichi il kit on line e il percorso da te fatto - registrato sul telefonino - certificherà che davvero sei stato in sella e non stai truffando l’amministrazione. E dunque, sarà per l’idea di ritrovarsi in busta paga con 100 euro in più, oppure il modo per evitare traffico e code, fatto sta che convincere le persone a inforcare la bici attrae sempre di più le amministrazioni locali. È un trend ovviamente importato dall’estero, dall’Inghilterra, dalla Francia, dai Paesi Bassi (dove già un terzo delle persone si sposta così), da quel Belgio che mangia pane e bicicletta e nel quale oltre mezzo milione di lavoratori ottiene annualmente 0,24 euro al giorno di rimborso per recarsi in ufficio. In Italia il comune pioniere è stato Massarosa, in provincia di Lucca, nel 2015. Oggi, da Nord a Sud sono molti i datori di lavoro disposti a incentivare la mobilità green, approfittando dei fondi pubblici. Battipaglia, come dicevamo, è uno di quelli: l’anno scorso ha elargito 1.356,73 euro ai dipendenti che si sono recati a lavoro con la bici, grazie ad un bando della Regione Campania: con il finanziamento di 5.423,19 euro meno inquinamento e più salute.... dicono.

 

Ma siamo sicuri? Fatti i conti, e paragonato tutto alle iniziative analoghe europee che prevedono qualcosa di più strutturato (come anche sgravi fiscali, contributi per l’acquisto di due ruote e di conseguenza un impulso all’indotto del settore), l’impressione è che da noi si tratti soprattutto dei soliti bonus politici. E se l’obiettivo fosse sbagliato? Se le amministrazioni indicassero il dito per nascondere la luna? Se invece di investire pochi euro in provvedimenti-manifesto i Comuni intervenissero ad esempio a monte? Prima di mettere le persone sulle strade c’è tanto da fare in termini di educazione, infrastrutture, ciclabili: la viabilità italiana è terribile, il rapporto fra l’utente più debole della strada (il ciclista) e tutti gli altri è tutto da ricostruire sotto il punto di vista sociale e legislativo. I Comuni italiani si fanno belli con l’utopia green e lasciano dentro il cassetto analisi come quelle di Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), che ad aprile ha rilasciato numeri terribili. Terribili e che valgono la pena di essere letti con attenzione.

 

Eccoli. «Dopo i 197 ciclisti morti nel 2023, a febbraio sono stati 7 i decessi. Nel mese di gennaio erano stati 18 i morti degli utenti a due ruote non motorizzate, dato che preoccupa gli addetti ai lavori visti gli ultimi sei anni, in cui in tutto il mese di gennaio erano avvenuti meno decessi: 10 nel 2023, 11 nel 2022, 15 nel 2021, 11 nel 2020, 10 nel 2019 e 12 nel 2018.Quindici imorti a marzo. Quattordici i casi in questo aprile. Da inizio anno sono deceduti 50 uomini e 4 donne. Ben 18 in più rispetto ai 36 dello stesso periodo del 2023 (+50%)». Insomma, muore un ciclista ogni trenta ore circa: forse prima di pensare alla paghetta ecologica, c’è da sistemare qualcosa...

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