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Dario Nardella aggredisce l'attivista? Un pesantissimo sospetto sul sindaco

Tommaso Lorenzini
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«Ma che ca**o fai? Ma che ca** fai?». E ancora: «Ma che ca** fai?», assicurandosi, con un’occhiata verso i cellulari che riprendevano la scena, di essere stato visto e udito. Stivaletto, pantalone sportivo, giacca in pelle, grinta da Marlon Brando ne “Il Selvaggio” e capelli al loro posto nonostante il momento di azione e sovraeccitazione. No, non è Fonzie né Matteo Renzi in tour elettorale (pure se il look e il vissuto li apparenta): è Dario Nardella, il sindaco violinista di Firenze, mentre le suona a un attivista di Ultima Generazione, e non l’avevamo mai visto così, più furibondo di Savonarola. È passato alla storia. Nardella è incazzato manco fosse l’Arno in piena perché gli hanno appena imbrattato l’ufficio.

 

 

Il quale ufficio è Palazzo Vecchio, costruzione trecentesca simbolo di Firenze e sede di un’autorità civile che la storia ha tramandato essere fra le più illuminate. Alla sua ombra hanno camminato e pensato Dante, Leonardo, Michelangelo: immaginate quale bestemmia possa rappresentare il trovarsi in un giorno di avvolgente primavera a osservare un 32enne e una 23enne, italiani appartenenti a Ultima generazione, Scientist Rebellion e Veglie contro le morti in mare, ricoprire di vernice il possente bugnato per sensibilizzare il popolo bue a darsi da fare contro i cambiamenti climatici.


I DUBBI: ERA PREPARATO?
Popolino che fatica a recepire e condividere simili azioni tanto che, mentre i due lordavano Palazzo Vecchio, i fiorentini i turisti presenti in Piazza della Signoria hanno iniziato a rumoreggiare e insultarli, attirando Nardella, che casualmente si trovava proprio lì per registrare un filmato, ed intervenuto di scatto per bloccarli. Spintoni, urla, offese, un placcaggio e uno strattone per strappare lo spruzzatore all’invasato, anche se quello fuori di sé era il sindaco. Il quale è stato aiutato dagli agenti della Municipale accorsi goffamente come in un film di Pieraccioni. Poi la scena madre. Da una parte Nardella, smaltita l’adrenalina, crolla in ginocchio passandosi una mano sulla testa per sottolineare la propria costernazione per i muri secolari violentati, «mi sono quasi sentito male»; tre metri più in là, l’ecoimbecille alza il livello del teatro, gettandosi a terra per resistere pacificamente agli agenti dopo aver declamato il solito comunicato di rivendicazione in nome del Pianeta.

Se non sapete quale dei due sia più patetico siete in buona compagnia. Oddio, alla prontezza di Nardella va dato merito, certo che lo stesso popolino nel giro di poche ore mette in dubbio la versione ufficiale. Come specifica Marco Stella, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, incrociando i vari video apparsi sui social nascono interrogativi sulla facilità con cui i due ecogretini abbia potuto agire. Il retroscena racconta di un’azione annunciata, a stretto giro di mailing list nella quale sono inseriti anche alcuni giornalisti, che erano presenti al pari di diverse telecamere. Si parlava di «azione eclatante», senza specificare dove. Il capannello di reporter accanto al gruppo di attivisti è passato inosservato, quasi come se fossero stati “lasciati fare”, nessuno sorvegliava. Finché poi i due hanno esagerato e allora qui può riprendere la narrazione di un Nardella scatenato, che si fabbrica un bello spot autopromozionale.

 

 


Certo, il mal di testa del sindaco è forse dovuto anche al fatto che in qualche modo è stato tradito proprio da coloro che lui definiva «eroi» (ma dalle parti del Pd certe simpatie sono note: «Trattati da terroristi», twittava il dem Orfini riguardo ai tre soggetti che imbrattarono il Senato il 3 gennaio). Era il 24 settembre 2021, la manifestazione di migliaia di sodali di Greta Thunberg (il movimento Fridays For Future che va a braccetto con Ultima Generazione) tracimava per le strade fiorentine chiedendo misure in difesa dell’ambiente. E Nardella strimpellava: «Firenze è fiera di voi. Siate protagonisti e fatevi sentire. La città è al vostro fianco e agisce concretamente». Col piffero.


A quanto pare la musica è cambiata, anche la sinistra si accorge che prendere a calci gli ecofanatici è cosa buona e giusta: «A proposito di ambiente e siccità, per ripulire Palazzo Vecchio dal “blitz ambientalista” sono stati consumati più di 5 mila litri d’acqua. Cinquemila», sbraita Nardella, che non avrà cambiato idea sulla lotta al cambiamento climatico, però stavolta l’hanno toccato nel portafogli e allora si comporta come un reazionario qualunque. «L’attacco all’arte non può mai giustificare la battaglia per una causa, anche la più condivisibile», sibila, mentre armato di spazzola partecipa alle operazioni di pulizia, iniziate subito dopo il blitz, assieme a consiglieri comunali, assessori e gente comune, aiutando gli operai che già si trovavano fuori da Palazzo Vecchio per lavori di restauro (un caso?). «Dovremmo aver evitato danni», spiega Nardella. Buongiorno, sindaco.

 

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