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Giacomo Bozzoli, la nave e la fuga: "Dov'è la sua Maserati"

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Roberto Tortora
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Che fine ha fatto Giacomo Bozzoli? Dal giorno della condanna definitiva in cassazione, il 1 Luglio scorso, per l’omicidio dello Zio Mario (gettato nel forno di fonderia di famiglia l'8 ottobre 2015 a Marcheno, nel Bresciano) di lui e della sua famiglia non si hanno più tracce. Lui si è sempre professato innocente, ma i carabinieri, una volta a casa sua nella villa di Soiano sul Garda, non lo hanno più trovato. Il 22 giugno è la data dell’ultima rilevazione della Maserati Levante di Bozzoli in Lombardia. All’estero è caccia all’uomo e di chi può averlo fiancheggiato nella fuga, a questo punto pianificata in ogni dettaglio. Il suo documento è stato registrato negli alberghi di Cannes prima e Marbella poi e c’è la possibilità che si sia imbarcato con la sua auto per lasciare l’Italia. 

Bozzoli, durante il processo iniziò con queste parole il suo interrogatorio: “Vorrei dire che io dirò tutta la verità perché io sono innocente, e dirò solo la verità”. Ora è latitante all’estero. Intanto la compagna, Antonella Colossi, ed il figlio sono rientrati in Italia, arrivati a Brescia in treno dalla Francia. Queste le parole della donna: “Siamo stati insieme fino al primo luglio, quando abbiamo scoperto su Internet la conferma dell’ergastolo. Poi Giacomo si è allontanato, ma non so dove”. La donna ha, poi, dichiarato di aver perso la memoria “per lo shock dopo la sentenza”, prima di questa il suo cellulare. Cannes è stata la prima tappa, “la prima notte fuori dall’Italia”.

 

 

Nella fuga, Bozzoli ha lasciato il suo cellulare a casa, quello collegato al numero che usava personalmente, e che i carabinieri hanno trovato in un cassetto. Gli inquirenti ipotizzano che ne stia usando altri, “intestati a stranieri”. Al momento della scomparsa dello Zio Mario, il fuggitivo era già in possesso di una decina di sim telefoniche, lui si giustificò così: “Le schede che mi hanno sequestrato i carabinieri non sapevo neanche di averle, ma l'uso di queste schede era solo per un semplice motivo, che le utilizzavo quando magari incontravo una ragazza in un locale e volevo chiamarla; e magari per chiamare delle escort per divertirmi, non era per chiamare dei delinquenti, né brutta gente, era solo per chiamare ragazze”. Aveva schede intestate ad albanesi, rumeni e pakistani. Chi indaga sulla sua fuga ipotizza che la compagna sia rientrata in Italia solo quando il Bozzoli l’ha avvertita dell’esito positivo della sua fuga.

 

 

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