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Mucillagine, "moria devastante di vongole": il dramma, "situazione vicina al collasso"

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L'invasione della mucillagine in tutto l'Alto Adriatico sta avendo un impatto devastante non solo sul turismo, ma anche sulla produzione di vongole, mettendo a dura prova l'economia dei produttori di settore. Il problema, confermato da dati scientifici, ha portato a una devastante morìa di vongole che si attesta tra il 70 e il 100% in tutto il comparto veneziano, almeno stando ai rilievi effettuati da Agriteco tra luglio e agosto. Il litorale più colpito è quello di Chioggia, che ha recentemente investito ingenti risorse per l'importazione di semina da Civitanova Marche.

Il Co.Ge.Vo. di Chioggia e Venezia, in virtù di questa drammatica emergenza, ha lanciato un allarme per una situazione che si sta avvicinando al collasso. "Siamo di fronte ad un problema estremamente grave – spiega Michele Boscolo Marchi, presidente del Co.Ge.Vo. di Chioggia – e non sappiamo come risolverlo. L’alta temperatura delle acque dell’Adriatico ha generato una fioritura tale di mucillagine che sta azzerando la nostra produzione. Stiamo parlando di una morìa che si aggira tra il 70 ed il 100% in tutto il comparto veneziano", rimarca. E ancora: "A Chioggia, secondo gli ultimi rilievi, c’è ancora un 20% di prodotto pescabile, mentre a Venezia va un po’ meglio. Abbiamo perso tutto il novellame, circa 150 quintali di risorsa, che avevamo acquistato da Civitanova Marche per immetterlo nei banchi di sabbia di fronte al litorale di Sottomarina: un disastro", sospira.

 

La mucillagine invade la superficie del mare, così come mostrano i video che da giorni dilagano sui social. "Quello che si vede in superficie – riprende Boscolo Marchi –, anche se brutto da vedere, non è niente in confronto a quello che c’è sul fondo marino dove si è depositato uno strato di mucillagine alto due metri, che sta soffocando tutto, in particolare le vongole ed i fasolari, che pure si trovano a 10 miglia dalla costa. Con queste temperature il mare Adriatico è diventato praticamente un fosso e quello che una volta era uno dei mari più pescosi rischia di non dare più niente". E ancora: "La situazione è molto grave tanto che chiederemo lo stato di calamità naturale. Ci sono aziende ormai in ginocchio e anche i nostri marinai si sbarcano perché vedono che non c’è futuro. Serve un tavolo di concertazione attorno al quale si devono sedere tutti gli enti preposti, dai ministeri, al Cnr e all’Arpav", conclude.

 

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