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Chiara Petrolini, neonati sepolti a Parma: "Perché lo ha fatto", atroce dubbio in Procura

Simona Pletto
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Retroscena agghiaccianti su quei due corpicini sepolti dalla giovanissima madre nel giardino di casa a Vignale di Traversetolo, nel Parmense, dove viveva con la famiglia. Tanto agghiaccianti da spingere la Procura a procedere per l’arresto di Chiara Petrolini. La mamma 22enne, prima di partorire, guardava video per informarsi su come disfarsi di un cadavere. Non solo: sempre su internet, dopo aver dato alla luce il piccolo, ha cercato: “Dopo quanto puzza un cadavere”.

Aveva già pianificato tutto, affinché anche quel figlio non sopravvivesse al parto. Per questo beveva alcol e assumeva droghe. Orrore su orrore. Nella ricostruzione della Procura, che come detto ieri ha portato agli arresti domiciliari la studentessa 22enne per omicidio volontario premeditato (per il bimbo trovato lo scorso 9 agosto) e soppressione di cadavere, c’è questo e parecchio altro, a dipingere il quadro di una personalità controversa e incomprensibile.

 

 

 

LA PREMEDITAZIONE

Il 7 agosto alle 7 del mattino Chiara aveva appena partorito nel bagno di casa quando ha cercato online informazioni sulla putrefazione di un cadavere. Avrebbe tagliato il cordone ombelicale del neonato con un paio di forbici trovate lì, e proprio il taglio improvvisato, senza alcuna assistenza medica, avrebbe provocato il decesso del piccolo - che era nato vivo - per dissanguamento. L’autopsia sul corpicino ha infatti rivelato che il neonato aveva “eseguito atti respiratori validi”.
Tre mesi prima, il 22 febbraio, aveva cercato alcuni video che spiegavano come si decompone un cadavere e come disfarsene. Per gli investigatori, è questa la cartina di tornasole di una storia agghiacciante, senza spiegazioni, irreale e macabra fino all’inverosimile. Chiara ha partorito in casa da sola, poi ha gettato la placenta nel water e ha seppellito il cadavere nel giardino. Questo ha raccontato il 10 settembre scorso agli inquirenti, dopo il recente rinvenimento delle ossa nel primo neonato, giurando che il piccolo era nato morto. Ora nessuno le crede più.

La premeditazione è uno degli aspetti chiave che hanno portato ai domiciliari la 21enne. Eppure lei agli inquirenti ha detto: «Li ho seppelliti nel giardino perché volevo tenerli accanto a me». Chiara cercava invece notizie su come disfarsi di quei figli: ne sono testimonianza le tantissime ricerche testuali che ha effettuato quotidianamente, e più volte nella stessa giornata. Ha nascosto tutto, e bene. La sera del giorno dopo il parto è andata in un bar, poi ha mangiato una pizza a casa anche con la nonna. Il giorno dopo, l’8 agosto, è andata dall’estetista, poi in giro per bar, vineria e locali vari fino alle due di notte. Come se nulla fosse capitato.
Per il procuratore Alfonso D’Avino del Tribunale di Parma: «La 21enne aveva chiaro fin dall’inizio il percorso della gravidanza. Unico obiettivo: arrivare fino alla gravidanza per poi uccidere il bambino». Nemmeno gli inquirenti riescono a capire il movente di tanto orrore. «C’è grande sgomento», sono state le parole del procuratore capo.

Una prima richiesta di custodia in carcere era già stata presentata dalla procura al gip il 29 agosto, dopo il ritrovamento del primo corpicino. Il gip aveva però risposto negativamente alla richiesta. Il motivo? L’assenza di esigenze cautelari nei confronti della ragazza: nessun rischio di fuga, dal momento che era appena tornata da un viaggio con la famiglia negli Stati Uniti. Né rischio di inquinamento delle prove (la casa era già sotto sequestro) o reiterazione del reato. Il ritrovamento del secondo neonato ha portato a cambiare il capo d'imputazione per la giovane e nelle scorse ore è invece arrivata una seconda richiesta d’arresto.

TRAVAGLIO E MARIJUANA

«Chiara aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto», ha spiegato ancora il procuratore. «Anche durante il travaglio ha fumato marijuana». E poi, ancora, ci sono altre ricerche sul web, finalizzate ad acquisire elementi conoscitivi su «come mantenere nascostala gravidanza, come indurre o accelerare il parto» e «quali relazioni vi siano tra rottura delle acque, travaglio e parto» e infine «quali condotte tenere per cagionare, o favorire, un aborto». I genitori della ragazza inizialmente sono stati indagati, ma in seguito i due sono risultati effettivamente non a conoscenza dei fatti: restano comunque indagati. La 22enne ha sempre sostenuto di aver fatto tutto da sola e che nessuno sapesse della gravidanza. Le analisi avrebbero rilevato, poi, che anche il padre del primo neonato sarebbe Samuel, l’ex fidanzato di Chiara. Sonia, la madre del ragazzo, ieri ha così commentato la notizia dell’arresto della giovane: «Finalmente».

 

 

 

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