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Autovelox, si muovono le procure: "Rilevatori attivati solo per fare cassa"

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Nei giorni scorsi i magistrati di Padova hanno aperto un'indagine su nove autovelox dopo l'ondata di denunce alzata da Altvelox, l’associazione dei multati che ha sede a Belluno. I Comuni interessati dall'inchiesta sono Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, VIlla del Conte, Camposampiero, Piove di Sacco e Padova. Se le ipotesi di chi ha denunciato fossero confermate, le pubbliche amministrazioni potrebbero essere colpevoli di "falso ideologico" nel caso i velox non fossero stati installati per ragioni di sicurezza ma solo per arricchire le casse comunali.  

"Dopo Padova, ci aspettiamo che anche le altre Procure che hanno ricevuto la nostra denuncia relativa agli autovelox non omologati, ma solo approvati, aprano un fascicolo per le opportune verifiche – ha spiegato il presidente di Altvelox Gianantonio Sottile -. Siamo soddisfatti che Padova, dopo le denunce a prefetto, polizia locale e amministratori, depositata lo scorso agosto, abbia deciso in tempi celeri di avviare le opportune indagini per fare luce su quello che, a parere nostro, è un uso selvaggio e abusivo dei dispositivi per il controllo della velocità".

 

 

Le querele di Altvelox nei confronti di prefetti e sindaci dei Comuni di Verona, Treviso, Venezia, Vicenza, Padova e Rovigo per i dispositivi "solo approvati" sono iniziate ad aprile scorso, dopo la sentenza della Cassazione, numero 10505 del 2024, che ribadisce la non equiparabilità dell’approvazione all’omologazione e sottolinea che solo l’omologazione completa, che assicura la precisione dell’apparecchio, rende legittimi gli accertamenti effettuati tramite autovelox. Da lì, le prime sentenze a favore degli automobilisti multati. 

 

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