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Filippo Turetta, il primo giorno in cui potrà uscire dal carcere: il calcolo dopo l'ergastolo

mercoledì 4 dicembre 2024

2' di lettura

Filippo Turetta, il 23enne reo confesso dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato condannato alla pena dell'ergastolo dalla Corte d'Assise di Venezia. Una condanna pesante, anche se già si parla di eventuali permessi premio. La legge, infatti, dice che in caso di comportamento esemplare, dopo 10 anni (in questo caso uno è già stato scontato) potranno essere accordati al detenuto dei permessi per frequentare percorsi formativi professionalizzanti all'interno o all'esterno del carcere. Dopo 26 anni - 21 in caso di comportamento irreprensibile - sarà possibile ottenere la semilibertà. Il tutto previo vaglio del Tribunale di Sorveglianza, e dopo che la condanna diventerà definitiva.

A commentare la sentenza è stato l'avvocato Stefano Tigani, legale di parte civile per Gino Cecchettin, padre della vittima. "E' una sentenza giusta, severa, all'ergastolo, quella ci aspettavamo - ha detto all'Ansa -. Ovviamente rimane la perplessità sulla questione delle due aggravanti non riconosciute, la crudeltà e lo stalking. In particolare sulla crudeltà i presupposti secondo me erano assolutamente evidenti, ma leggeremo le motivazioni". E ancora: "Quel che è certo è che l'atrocità del delitto è stata riconosciuta, e anche la premeditazione, che è l'aggravante peggiore. Non sono state riconosciute le circostanze attenuanti generiche, un punto su cui io mi sono battuto parecchio proprio per le modalità dell'azione. Non è stato contestato il motivo abietto, però il motivo a delinquere evidentemente è stato valorizzato, in senso negativo. Per me è stato un errore non riconoscere le altre aggravanti ma, ripeto, torneremo a parlarne. Intanto questa condanna è all'ergastolo, la pena massima dell'ordinamento". 

Sul futuro di Turetta, per Tigani "adesso non interessa, ci deve pensare lui, avrà tempo per riflettere in carcere. L'ergastolo non è il carcere a vita: una persona condannata può dare prova di risocializzazione e accedere alla liberazione condizionale, se meriterà di accedervi. Dipende da lui, ora è un soggetto altamente pericoloso, lo ha dimostrato, di grave pericolo per la società, quindi la pena dell'ergastolo è quella giusta".

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