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Claudio Bisio alla piazza pro-Europa? Il Comune gli paga l'hotel 4 Stelle

Si torna alla manifestazione organizzata da Michele Serra: tra gli ospiti anche il comico. E il Campidoglio gli offre vitto e alloggio...
di Francesco Storace martedì 25 marzo 2025

4' di lettura

Qualche compagno ci rimarrà male. Ma come, proprio lui? Eppure sembrava convinto in piazza del Popolo Claudio Bisio. Strillava «lo facciamo per i nostri figli», come se i suoi pargoli fossero già con l’elmetto in testa. Pure lui, nonostante una carriera di successo e una militanza politica a sinistra, non ha esitato al fascino del rimborso spese. Ed ecco qua che il Campidoglio ha messo mano al portafoglio “nostro” per tirare fuori i quattrini necessari a un viaggio andata e ritorno da Milano e ad un soggiorno di due notti all’Orazio Palace, nel centro della città.

Nulla trapela ancora dai palazzi di giustizia, dove si è rivolto – sia alla Procura penale che alla Corte dei Conti Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e di cui daremo conto più avanti: mette nel mirino Zetema, la società pubblica del Comune incaricata di spendere quei quattrini. Poi, finalmente – e ci sono voluti dieci giorni e una campagna quotidiana di Libero – si è scoperto il vip sospettato di essersi fatti pagare viaggio e alloggio dal Comune di Roma.

A scroccare è stato il nome che non ti aspetti, Claudio Bisio, che pure non avrebbe avuto difficoltà a pagarsi un buon viaggio in treno e un soggiorno di due notti all’Orazio Palace, nel cuore della Capitale. Alla manifestazione “chiamata” da Michele Serra e pagata dal Campidoglio, l’attore comico ha fatto da bravo presentatore. Evidentemente non c’erano europeisti “aggratisse” sulla piazza di Roma e Gualtieri si è dovuto rivolgere ai milanesi. Idem per un altro complessino musicale – anche qui come se nella Capitale possano esserne sprovvisti – per un altro musicista, e altri personaggi minori. A spese nostre.

Su tutto, campeggia l’assenza di trasparenza, la risposta alla domanda perché. Ed è il quesito su cui in Campidoglio farebbero bene a rispondere con chiarezza.
1. La manifestazione è stata promossa dal redattore di un giornale, Repubblica.
2. Il Comune ha partecipato alle spese ma non è comparso il logo dell’amministrazione.
3. Solo grazie all’ostinazione del nostro quotidiano si è venuti a scoprire la spesa pagata dal Campidoglio che non l’aveva nemmeno annunciata prima dell’evento.

TIFA PER ELLY
E colpisce davvero che un artista che si è sempre distinto per il suo impegno politico a sinistra (a La7 è arrivato a dire a Floris di non avere «un giudizio positivo sul governo Meloni» e di «avere stima per Elly Schlein») e da giovinetto militante di Avanguardia Operaia fino al Leoncavallo di Milano, abbia dovuto farsi pagare le spese. E come fai a non dubitare sul famoso tema dell’amichettismo rosso? I pagamenti sono stati effettuati proprio da Zetema ed è quanto rileva nel suo esposto denuncia Maurizio Gasparri.

«La società Zetema s.r.l., di cui il Comune di Roma stesso è socio unico al 100% e la cui ragione sociale dovrebbe essere la gestione di attività volte a valorizzare i beni artistici e culturali in ambito cittadino e nazionale anche mediante la gestione di musei e biblioteche, nonché l’esercizio di tutte le attività strumentali alla valorizzazione del patrimonio artistico, quali mostre, manifestazioni culturali e di spettacolo, avrebbe sostenuto, in seguito alla determinazione dirigenziale RH/739/2025, spese di vario genere, sia di carattere organizzativo che promozionale, di importo complessivo superiore ai 230.000 euro, per la realizzazione della manifestazione dal titolo “Una piazza per l’Europa - tante città, un’unica voce” che si è tenuta a piazza del Popolo il 15 marzo scorso su proposta del quotidiano La Repubblica». E già qui ci si potrebbe chiedere a che titolo.

Di più, e poi si vedranno gli sviluppi: il parlamentare scrive di ritenere «illegittimo e lesivo dell’interesse pubblico il fatto che l’amministrazione capitolina abbia sostenuto spese con fondi pubblici, finanziati con le tasse di tutti i cittadini romani, perla realizzazione di una iniziativa che, sia per come è originata, sia per come si è realizzata, è stata caratterizzata da un orientamento politico di parte».

Basterebbe fermarsi qui per sollecitare l’attenzione di chi è chiamato a far rispettare le leggi dello Stato. E la cosa più incredibile, dal punto di vista politico, come ha notato il sen. Andrea De Priamo di Fdi, è «l’arroganza della sinistra» che pretende che nessuno abbia dubbi sul comportamento del Comune di Roma. Ancora più intollerabile se si pensa alle giustificazioni del sindaco Gualtieri. La manifestazione era europeista e quindi abbiamo partecipato anche economicamente. Peccato che non lo abbiano scritto in alcuna determina, delibera o memoria di giunta e che per sapere che cosa è accaduto si sia dovuta muovere la stampa. A partire dal nostro giornale. Gatta ci cova.

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