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Askatasuna, assalti alla polizia per Ramy? Finisce male per il centro sociale

Sotto accusa gli attivisti del centro sociale di Torino, Askatasuna, per i disordini al corteo del 9 gennaio per la morte di Ramy Elgaml
mercoledì 2 aprile 2025

2' di lettura

Resistenza aggravata a pubblico ufficiale: questa l'accusa nei confronti di alcuni attivisti del centro sociale di Torino, Askatasuna, denunciati dalla Digos per i disordini dello scorso 9 gennaio. In quell'occasione circa 500 manifestanti, durante un corteo in solidarietà per la morte di Ramy Elgaml, prima hanno imbrattato i muri e rotto le vetrate di un commissariato alla periferia nord del capoluogo piemontese e poi hanno lanciato oggetti, artifici esplodenti, bottiglie di vetro e pietre contro le forze dell’ordine che presidiavano la struttura. Per questo la polizia di Torino, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura torinese, ha eseguito otto misure cautelari di arresti domiciliari e obbligo di presentazione giornaliero alla polizia giudiziaria emesse dal gip. 

Tornando al corteo del 9 gennaio, alcuni manifestanti poi hanno raggiunto il Comando Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta e lì di nuovo hanno lanciato pietre, bottiglie, petardi e altri oggetti contro le forze dell’ordine. Durante quelle violenze sono rimasti feriti quattro agenti del Reparto Mobile di Torino e un carabiniere. Mentre i danni derivanti dall'assalto al commissariato ammontano a circa 12.500 euro. Senza contare che sono stati danneggiati anche dei mezzi di servizio con i pali di ferro della segnaletica stradale e transenne metalliche, provocando un danno di circa 18.000 euro.

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Durante quella manifestazione, sarebbe stato addirittura aperto lo sportello di un blindato all’interno del quale c'era un militare. "La Digos si presenta alle prime luci dell’alba a casa di giovani compagni e compagne per notificare diverse misure cautelari. Quando si dice legarsela al dito”, hanno scritto membri di Askatasuna sui social.

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