"Sono uscito pulito da una brutta manovra di qualche sinistrino che voleva mettermi il cappio al collo". Con queste parole Papa Francesco, scomparso lo scorso lunedì di Pasqua, ricordava a Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset e biografo di Bergoglio, quanto accaduto una quindicina di anni fa, in Argentina, prima di diventare Pontefice succedendo a Benedetto XVI.
All'epoca Bergoglio era cardinale e vescovo di Buenos Aires e finì al centro di una pesante accusa: collaborazionismo con il regime fascista di Videla che aveva insanguinato l'Argentina a cavallo di Anni Settanta e Ottanta. Marchese Ragona, intervistato dal Corriere della Sera, ricorda che durante i colloqui per realizzare la biografia Life: La mia storia nella Storia (HarperCollins), Francesco si mostrò commosso proprio parlando di quegli anni: "Un genocidio generazionale. Ha detto di aver fatto tutto ciò che poteva - spiega Marchese Ragona -. Andò da Videla, a celebrare messa, per liberare due confratelli gesuiti. Ci riuscì ma non poté nemmeno salvare la sua amica Esther. Fu interrogato quattro ore e mezza su quei fatti nel 2010". Un'accusa politica che, alla fine, cadde nel vuoto.
Nell'intervista il giornalista ricorda anche il rapporto personale con il Papa, intimo, colloquiale, affettuoso. "Una volta mi ha fatto trovare le empanadas e ha detto: 'Sei digiuno, ora le mangi tutte'. Un’altra dei cioccolatini portati dalla Amazzonia: 'Se sono buoni li mangio anch’io'". Bergoglio, sottolinea Marchese Ragona, "era sensibile, ironico e determinato". E amante degli scherzi: "Una volta mi chiamò dicendo. 'Sono el Coco: che significa l’Uomo nero. Anche se mi vesto di bianco'. Amava strappare un sorriso".
Papa Francesco, i fedeli in coda al feretro usati per "chiedere" un Bergoglio bis
La colonna di fedeli in coda per rendere omaggio a Francesco, che terminerà stasera alle 19 per far posto alla ce...Sul Conclave che lo rese Papa "mi ha detto di aver capito, subito dopo pranzo, quel giorno, che sarebbe stato eletto. E che non voleva entrare nella cappella Sistina. Si soffermò col cardinal Ravasi a discutere di libri sapienziali. Tanto che li richiamarono. Ha ammesso: 'Inconsciamente non volevo essere eletto'".