Non prendiamoci in giro: è emergenza sicurezza a Bologna. E i fatti parlano chiaro. Infatti nel tardo pomeriggio di lunedì, nel capoluogo emiliano-romagnolo, cinque cittadini nigeriani, armati di un machete e cocci di bottiglia, hanno dato vita ad un vero e proprio regolamento dei conti a bordo dell’autobus extraurbano 93, in quel momento molto affollato da parte di lavoratori e famiglie in transito verso la periferia del capoluogo emiliano. La lite sarebbe stata innescata da un atteggiamento violento che tre nigeriani coinvolti, tutti con un’età compresa tra i 39 e i 35 anni, avrebbero manifestato nei confronti degli altri due connazionali, minacciandoli e premendoli contro le pareti del mezzo di trasporto.
Alcuni passeggeri spaventati, assieme all’autista, hanno subito avvisato le forze dell’ordine, intervenute nei minuti successivi nel luogo in cui l’autobus si era fermato. Quattro delle persone coinvolte sono state fermate, identificate e interrogate nella notte da parte dei carabinieri, mentre il quinto nigeriano è fuggito pochi secondi prima dell’arrivo delle pattuglie. Secondo le prime ricostruzioni, la lite sarebbe scaturita già prima dell’arrivo a bordo del gruppo, molto probabilmente per questioni legate allo spaccio di stupefacenti. Infatti, diversi cittadini bolognesi residenti nella zona dei Giardini Fava hanno raccontato agli agenti di conoscere i cinque nigeriani in quanto "abituè" del parco, frequentato da bande dedite allo smercio di hashish e cocaina che spesso entrano in conflitto tra loro per la spartizione della clientela. E su quanto sta accadendo a Bologna si accende la polemica politica. "Perché la giunta Lepore non applica il Decreto Caivano e non usa in maniera efficace i Daspo urbani per allontanare chi semina insicurezza? Bologna è ostaggio di balordi che occupano costantemente le solite zone ormai fuori controllo. Il Governo ha inviato rinforzi delle forze dell’ordine, ma incontra ostilità da parte di chi, nella maggioranza, continua a diffidare delle ’divisè e pensa che al degrado si risponda solo con l’inclusione. Basta con le ideologie e la propaganda buonista: servono regole, fermezza e rispetto per chi vive e lavora onestamente nella nostra città".
Arrestato per i calci alla volante? Assurdo: cosa rischia il poliziotto
Oltre al danno, anzi al proprio duro lavoro, la beffa. È quanto accaduto ad un agente della Polizia di Brescia, c...A sollevare il caso è Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, che commenta all’Adnkronos i dati in crescita relativi a denunce e arresti di cittadini stranieri a Bologna. "I dati forniti dal Viminale - prosegue Evangelisti - sono gravi e non possono essere ignorati. In città circa un arrestato o denunciato su due è straniero, una percentuale che supera il 60% quando si parla di spaccio, rapine o violenze sessuali. Si tratta di una situazione grave, che richiede una risposta concreta, e non può essere minimizzata o nascosta. Particolarmente critico è il tema della violenza di genere: è inaccettabile che, nonostante l’amministrazione comunale si dichiari attenta alla tutela delle donne, si eviti accuratamente di affrontare il problema quando gli autori sono immigrati".
Evangelisti segnala anche come siano "in aumento anche gli episodi di violenza compiuti da minori stranieri non accompagnati, ospitati nelle strutture della città ma lasciati senza un controllo efficace. Il sistema di accoglienza mostra falle evidenti: mentre le risorse vengono erogate per progetti di educazione e integrazione, i risultati sono spesso assenti e nessuno si assume la responsabilità. Nel frattempo, la città e la provincia si trovano in fondo a tutte le classifiche italiane per sicurezza. Questo contrasta nettamente con l’immagine di Bologna come città progressista, ma soprattutto lascia i cittadini in una condizione di paura, anche durante il giorno. Pretestuoso anche puntare il dito contro il governo Meloni, che con provvedimenti e risorse investe nella sicurezza e chiede ai comuni di fare la priorità parte. Non è sufficiente aver istituito tardivamente un assessorato alla sicurezza: serve un’azione reale, non solo simbolica. È indispensabile dotare subito gli agenti di strumenti efficaci come il taser e predisporre presidi fissi di polizia locale nelle aree più problematiche. È tempo di abbandonare le mezze misure: serve determinazione per riportare legalità e sicurezza a Bologna". Intanto il sindaco batte un colpo. "Ci sono casi in cui non si può fare altro che fermare gli aggressori con strumenti offensivi", dice il sindaco di Bologna tornando sull’episodio dell’aggressore fermato nei giorni scorsi in Bolognina.
"Io penso che sia giusto che la Polizia abbia gli strumenti di difesa e allo stesso tempo strumenti che possano essere utili al loro lavoro. Come ho detto, un conto sono i Carabinieri e la Polizia di Stato, un conto sono la Polizia locale che ha altri compiti". Però, sottolinea ancora Lepore parlando oggi in municipio, "anche in questo caso invito a non strumentalizzare. Qui vedo che la destra parla del taser, quando invece dovremmo parlare del fatto che c’è una persona che non doveva stare sul suolo italiano da due anni e il centrodestra sta spendendo un miliardo per un centro di espulsione in Albania. Se usassero questi soldi più per i Comuni, i territori, la forza e l’ordine, probabilmente potremmo più concretamente tutti insieme affrontare il tema della sicurezza".