Il tetto è noto a tutto il mondo: in Conclave, in genere, chi entra Papa esce cardinale. Lo sa bene anche monsignor Pietro Parolin, il grande favorito per la nomina al Soglio pontificio, che il cardinale decano Giovanni Battista Re prima di riunirsi in Cappella Sistina per la prima votazione ha salutato con un sibillino "Auguri doppi".
Le tre ore di attesa tra l'Extra Omnes delle 17.45 e la fumata nera delle 21 lascia intendere però che non tutto sia semplice per il cardinale italiano. Il segretario di Stato uscente è considerato la figura giusta per mettere d'accordo tutti, bergogliani e tradizionalisti, soprattutto ha l'esperienza internazionale per gestire un mondo mai così in bilico da decenni, con più fronti aperti contemporaneamente. Tuttavia il fuoco amico che lo ha colpito negli ultimi giorni, a cominciare dall'affaire Becciu e i dossier provenienti dal Nord America, lasciano intendere che non sarà scontato. O perlomeno, non sarà subito.
A livello di "popolo", i 50mila presenti in piazza San Pietro si sono lasciati sfuggire un caloroso applauso quando il cardinale Zuppi è stato inquadrato sul maxi-schermo, durante il giuramento. I fedeli, insomma, sembrerebbero aver già votato per il monsignore, arcivescovo di Bologna. Ma i vaticanisti sottolineano come possano pesare, per lui e per Parolin, "le divisioni tra gli italiani e tra gli stessi bergogliani, arrivati non compatti alla meta".
Per questo il toto-Pontefice vede outsider come il maltese Mario Grech. E nello scontro tra bergogliani e ratzingeriani, occhio a un nome nuovo, Fernando Filoni "entrato nel firmamento della storia diplomatica per essere stato l'unico ambasciatore occidentale a rimanere a Bagdad sotto i bombardamenti americani. Filoni, di origini pugliesi, 79 anni, collaboratore già di tre Papi, viene ben visto soprattutto da quanti vorrebbe un ritorno all'istituzione e all'osservanza stretta delle norme", sottolinea l'agenzia Ansa. E sempre durante il giuramento, pare essersi distinto in particolar modo Frances Prevost, "figura di compromesso, che sarebbe ora la carta degli americani ritrovatisi più compatti di quanto non fosse nelle attese". E dall'Oriente, occhio al ribaltone: il filippino David pare aver sorpassato il connazionale Tagle, dato fin da subito tra i favoritissimi, come il francese Jean Marc Aveline e l'altro italiano Pierbattista Pizzaballa. Chi vive di suggestioni, sottolinea come in Cappella Sistina siano entrati in successione Prevost, Tagle e Filoni...