C’è una mamma che grida giustizia, Elisabetta Ligabò Stasi, per il figlio Alberto condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto di Chiara Poggi. E ce n’è un’altra, invece, finita nel mirino degli inquirenti per aver favorito l’alibi del figlio, Andrea Sempio, diventato il sospettato principale del caso di Garlasco. È Daniela Ferrari, ritenuta colei che avrebbe prodotto materialmente lo scontrino del parcheggio di Vigevano la mattina del 13 Agosto 2007. Conservato per un anno, prima di essere consegnato alla Procura di Vigevano come prova d’innocenza del figlio. È cronometrato alle 10:18 come arrivo, quasi un’ora dopo l’avvenuta morte di Chiara Poggi, uccisa nella sua villetta di Via Pascoli tra le 9:12 e le 9:35. L’uscita, invece, è datata alle 11:18 di quel 13 Agosto. La Ferrari lo avrebbe ritrovato in auto, conservato e dato al figlio per potersi difendere. Ad oggi, comunque, la donna non è indagata.
Il colonnello Antonio Coppola ed il suo team indagano su orari e spostamenti e la prima stranezza è che il cellulare di Sempio quella mattina, a partire dalle 9:58 e fino alle 12:18 non si è mai spostato dalla cella di Garlasco corrispondente all’indirizzo di casa di allora e mai a Vigevano. Lo conferma anche un sms dell’amico di Andrea, Mattia Capra, datato alle 11:10 e che ne conferma la presenza a Garlasco, al contrario di quanto rilevato invece sul famoso scontrino del parcheggio. Sempio, dopo le 9:58 avrebbe percorso i 16 chilometri verso Vigevano per arrivare poco prima delle 10:18, quando, dopo aver trovato la libreria chiusa, è poi rincasato per le 11:10? L’ultimo evento è delle 12:18 e indica un sms in uscita. Ma ritorniamo a Daniela Ferrari.
La mamma di Andrea è stata sentita dai carabinieri tre volte, due tra il 2017 e il 2018 e l’ultima poche settimane fa, quando dopo essersi avvalsa della facoltà di non rispondere, ha accusato un malore quando gli agenti le hanno fatto il nome di Antonio B., ex vigile del fuoco che lavorava a Vigevano. Il sospetto, infatti, è che quella mattina fosse stata lei ad andare a Vigevano per incontrare l’uomo, il quale però aveva detto di non ricordare quell’incontro. Su quest’episodio grava la possibilità di accusare Sempio del delitto di Chiara. La Ferrari, infatti, tra le ore nove e le dieci di sera del 12 Agosto e le 8:41 e le 8:42 della mattina del 13 scambia diversi messaggi con il vigile. Gli ultimi due censiti ancora nella cella di Garlasco e che non corrispondono con quanto dichiarato dalla donna nel verbale del 15 febbraio 2017: “Verso le 8:15 sono uscita per andare a fare delle commissioni, sono andata in un paese lì vicino per far fare il telecomando del cancello, ho fatto la spesa in un supermercato di Gambolò e sono tornata a casa verso le dieci”.
Alla 9:09 la donna invia l’ultimo sms ed il cellulare aggancia la cella telefonica del paese di Gambolò, mentre il messaggio viene ricevuto dall’ex vigile che aggancia la cella di Vigevano nei pressi di via Aguzzafame, a nord di Gambolò. Il contenuto di quell’sms è purtroppo sconosciuto, perché non viene registrato. Il vigile, in ogni caso, non ha né confermato né smentito la presenza della donna a Vigevano. La Ferrari sostiene di essere rientrata a casa alle dieci e “ho trovato mio figlio che mi stava aspettando perché gli serviva la macchina per andare in libreria a Vigevano (…) che è uscito ed è rientrato a mezzogiorno e mi ha detto che era stato in libreria ma l’aveva trovata chiusa e poi era stato a trovare la nonna”. Il mistero s’infittisce.