La scuola italiana dice no ai bersaglieri in classe. O meglio, una parte di scuola: quella più spostata a sinistra e ideologizzata. Diventa un caso politico quanto accaduto al liceo Bramante di Mangenta, cittadina in provincia di Milano, dove un gruppo di professori ha preso carta e penna e scritto una lettera di proteste contro la presenza dei militari nell'istituto, frutto del protocollo siglato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara nell’ambito della disciplina di educazione civica.
Il protocollo ha l'obiettivo di promuovere la conoscenza della storia risorgimentale, sostenere la conoscenza dei simboli ed elementi identificativi della Repubblica, promuovere e infondere valori come il rispetto per lo Stato e per i caduti e "l’amor di Patria". Chissà, forse ai professori contestatori sarà parsa una iniziativa in odor di fascismo o giù di lì. "I Bersaglieri - scrivono - hanno fra le loro principali finalità quella di custodire le tradizioni del Corpo; ed esaltarne lo spirito come stile e concezione di vita. E un decalogo valoriale che prevede obbedienza, rispetto, conoscenza assoluta delle proprie armi; ginnastica di ogni genere, sentimento della famiglia; rispetto delle leggi e onore al Capo dello Stato oltre che alla patria; fiducia in se stessi sino alla presunzione. Nella maggior parte di questi dettami noi non ci riconosciamo e non riconosciamo il senso del lavoro educativo che svolgiamo". Insomma, sarebbero un esempio sbagliato per gli studenti.
Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d'Italia, sui social stigmatizza la protesta: "È la solita retorica ideologica e anti-italiana che tenta di screditare chi ha scritto la Storia d’Italia e ama la nostra Nazione più di ogni altra cosa. Fortunatamente, la stragrande maggioranza degli italiani si emoziona davanti al Tricolore e al glorioso Corpo dei Bersaglieri, a cui sono orgoglioso di aver appartenuto. Viva l’Italia, giù le mani dai bersaglieri!”.Vergognoso attacco ai bersaglieri in un liceo di Magenta".
Per Paola Frassinetti, sottosegretario all’istruzione, e Stefania Bonfiglio, assessore a Magenta, entrambe di FdI, "Le dichiarazioni di alcuni docenti del liceo Bramante sono inaccettabili e rivelano un pregiudizio ideologico che nulla ha a che fare con la scuola intesa come luogo di educazione e pluralismo. È paradossale che proprio alla vigilia della Festa della Repubblica si scelga di screditare il Corpo dei Bersaglieri: una delle espressioni più amate e rispettate della nostra storia nazionale. Non solo per il valore militare, ma per la continua disponibilità a servire la popolazione nei momenti di emergenza".
Sconcerto anche dalla Lega, con l'assessore Simone Gelli che si dice "basito e attonito": "Certi insegnanti a scuola si comportano come politici e non come educatori. Forse chi l’ha scritta non conosce la storia dei nostri Bersaglieri che hanno versato il proprio sangue in tantissime missioni di pace all’estero: come in Iraq, Bosnia, Kosovo, Libano o Somalia. I Bersaglieri non meritano un simile trattamento e nemmeno di essere screditati nei loro valori fondanti, per una assurda e bieca presa di posizione politica. In un momento in cui c’è chi vorrebbe introdurre nei nostri istituti scolastici teorie gender; oppure un gruppo di studenti viene addirittura portato a pregare in una moschea, questa mi pare la ciliegina sulla torta. La politica stia fuori dalla scuola".