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Processo Cuffaro, al via la requisitoria del pm

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L'ex presidente della Regione Sicilia è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Eleonora Crisafulli
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"Salvatore Cuffaro non è un politico qualunque e questo non è un qualunque processo di mafia e politica. Stiamo processando un esponente politico di primo piano, attualmente senatore della Repubblica eletto dopo una condanna per favoreggiamento ai mafiosi". Con queste parole il pm di Palermo, Antonino Di Matteo, ha iniziato la requisitoria del processo all'ex presidente della Regione Siciliana e oggi senatore Udc, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E ancora: "Questo non è il primo processo che riguarda la delicata questione dei rapporti collusivi tra esponenti politici e Cosa nostra stiamo processando un uomo politico che per lunghissimo tempo ha avuto una enorme importanza nel contesto politico italiano e siciliano". Le "condotte" dell'ex governatore, secondo i magistrati, vanno "dal '91 fino al 2003-2004, cioè per tutto l'arco temporale in cui Cuffaro ha fatto politica". Il processo si sta celebrando con il rito abbreviato davanti al gup Vittorio Anania. Intanto la procura di Palermo indaga su un patrimonio milionario nella prospettiva di avanzare una richiesta di misura di prevenzione patrimoniale a carico del politico, già condannato in appello a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto. L'inchiesta riguarda la valutazione della "pericolosità sociale" del "prevenuto" e la compatibilità dei beni con i suoi guadagni leciti. Cuffaro si difende, sostenendo di possedere solo beni guadagnati con il lavoro di medico, con quello della moglie e con le indennità di parlamentare: "Facciano tutte le indagini che vogliono. La mia fiducia nella magistratura rimane comunque immutata. Non ho acquisito mai nulla che non sia frutto di guadagni più che leciti. E posso dimostrarlo".

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