Eccola, puntuale, arriva la polemica sul danneggiamento della lapide di Giacomo Matteotti. A innescarla è la nipote Elena che mette nel mirino la premier, Giorgia Meloni: "Mi aspettavo in primis un gesto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Le avevo già chiesto di esprimersi un anno fa quando è cominciato il centenario. Sarebbe un atto doveroso, quello che tutti ci aspettiamo". A nulla sono bastate le dichiarazioni e la presenza del ministro alla Cultura Alessandra Giuli sul luogo dell'atto vandalico. A nulla sono servite le parole di diversi esponenti del centrodestra. Anche un gesto vile come quello accaduto questa mattina a Roma a un un simbolo di "una memoria condivisa" come ha sottolineato il ministro Giuli, diventa il pretesto per attaccare il presidente del Consiglio.
Nemmeno le parole della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sono servire ad evitare che uno sfregio del genere si trasformasse in una polemica politica che ha poco a che vedere con la memoria del parlamentare socialista ucciso dai fascisti un secolo fa. "Esprimo ferma condanna per l'atto vandalico perpetrato ai danni del monumento dedicato a Giacomo Matteotti, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma. Un gesto inaccettabile e vile che colpisce chi pagò con la vita la difesa dei suoi convincimenti ideali e politici", ha fatto sapere Ignazio La Russa. Ma niente, l'obiettivo è uno solo: usare qualunque appiglio per mettere nel mirino la premier.