"Nessuno ci ha chiamati, erano tutti zitti al nostro arrivo": a dirlo, in collegamento con Morning News su Canale 5, è stata la sorella gemella di Simona Cinà, la ragazza di 20 anni trovata senza vita dopo una festa in piscina a Bagheria, Palermo. Roberta Cinà ha detto di avere dei dubbi sulle circostanze in cui è morta sua sorella. La giovane ha parlato anche di come la sua famiglia ha ricevuto la tragica notizia: "Noi lo abbiamo scoperto perché mia madre ha chiamato mia sorella alle 4:54 dal momento che non si faceva sentire da un'ora, è stato un ragazzo a rispondere dicendo che Simona non stava bene, di venire immediatamente in villa perché non stava bene. Ci siamo precipitati, abbiamo trovato i Carabinieri. Siamo entrati, non ci volevano fare entrare per non farci vedere la situazione".
"Abbiamo visto il corpo di mia sorella coperto da un telo perché era già morta - ha raccontato Roberta Cinà - e tutti i presenti della festa erano tutti seduti, nessuno diceva niente. Ci è stato detto subito che probabilmente era un malore, ma ci sono troppe cose che non riusciamo a capire. Sappiamo che due ragazzi hanno provato a rianimarla, ma non sappiamo chi sono. Lei è stata trovata con la faccia verso l'alto e per questo non ci spieghiamo l'annegamento".
"Simona sapeva nuotare, anche in mare aperto perché faceva surf, era una pallavolista e quindi una sportiva. Non capiamo come sia possibile che sia annegata in una piscina così piccola e illuminata", ha proseguito la giovane, continuando a esporre le sue perplessità. Non torna neanche il fatto che non siano stati trovati i vestiti della 20enne: "Abbiamo chiesto le sue cose e ci siamo resi conto che mancavano i suoi vestiti. Non sappiamo chi li abbia ora, aveva un costume non suo che le era stato prestato da un'amica. Mi hanno detto che l'hanno buttata in piscina vestita. La villa sembrava troppo pulita, non sembrava ci fosse una festa di 80 persone, anche i bagni sembravano troppo puliti per un evento del genere", ha sottolineato.